Stephen Hawking e la nuova teoria sui buchi neri: “c’è modo di uscirne”

Dopo aver visto il colosso di fantascienza Interstellar, firmato Christopher Nolan, a nessuno sarebbe venuto in mente di mettere in discussione la teoria fisica secondo la quale tutto ciò che entra in un buco nero viene distrutto. Ma, ora, a farlo è lo scienziato Stephen Hawking, che durante la conferenza al Kth Royal Institute Of Technology di Stoccolma ha affermato: “Se vi sentite come se foste finiti in un buco nero non disperatevi, c’è modo di uscirne”.

Ma cosa accade a ciò che entra in un buco nero? Secondo la “relatività generale” ciò che precipita al suo interno verrebbe distrutto, ma l’ipotesi non concorda con quanto sostiene la “meccanica quantistica”, secondo la quale – semplificando al massimo – ciò non sarebbe possibile. Il celebre astrofisico, nella sua teoria, sostiene che ciò che viene risucchiato all’interno di un buco nero rimarrebbe intrappolato lungo “l’orizzonte degli eventi”, ossia quella sfera che circonda un buco nero e che lo delimita dal resto dell’universo, e lì rimarrebbe sotto forma di una specie di ologramma.

Da qui, secondo lo scienziato, riemergerebbe nel nostro universo – o in uno parallelo – attraverso la radiazione di Hawking, ossia protoni che riuscirebbero a sfuggire al buco nero grazie a delle fluttuazioni quantistiche. “L’informazione delle particelle entranti viene restituita, ma in una forma caotica e non più utilizzabile – ha sottolineato Hawking -. L’informazione, per qualsiasi scopo pratico, si perde”.