Minori… sequestri di Stato?

dario_minottaPiù volte l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo per non aver garantito a un padre il diritto di un rapporto stabile e duraturo con suo figlio, e ai minori i legami con la famiglia d’origine che sigillano la crescita armoniosa e l’integrità psicofisica degli stessi. Essere puniti per aver violato tali e simili diritti significa essere usciti dal confine che segna la civiltà.

Non tutti lo sanno, ma in Italia ci sono oltre 40.000 bambini affidati dai Tribunali, con spese di oltre 5 miliardi di euro annui. Ogni Comune per un “suo” minore istituzionalizzato arriva a spendere dai 70 ai 400 euro al giorno.

Dentro alcuni luoghi d’accoglienza mancano le più elementari infrastrutture che garantiscano il rispetto delle norme igienico sanitarie, ludico-ricreative e di sicurezza, così come da norme stabilite. A fronte di una media di 3.700 euro mensili che la struttura dovrebbe ricevere per ogni minore presente (anche se il pagamento  dei Comuni spesso è estremamente diluito nel tempo), è lecito domandarsi perché in molti casi manchino aree gioco accessoriate, lampade anti black out o gruppi elettrogeni, porte antincendio, infermerie per un primo soccorso, cucine di tipo comunitario anti infortunio.

Non solo: come vengono spesi questi soldi se spesso l’alimentazione per gli utenti (minori e loro mamme) proviene da prodotti di bar, ristoranti, dal Banco Alimentare o da altre donazioni? In molti istituti – raccontano le cronache – capita pure di mangiare pasta bollita o dare ogni sera brodo vegetale preparato con esuberi di supermercati, e che la quantità di cibo non sia sufficiente per tutti.

Tra gli utenti vi possono essere mamme con tossicodipendenze prese in carico dal Sert, che convivono insieme alle altre in istituti che sono solo per il sostegno alla genitorialità e privi, oltre che di spazi, di personale adeguato per affrontare e gestire crisi di astinenza che possono accadere davanti agli stessi minori. Insomma, situazioni “al limite”.

I Garanti dell’infanzia presenti in molte Regioni, seppur non abbiano poteri esecutivi, nel loro ruolo istituzionale si interessano a sufficienza su cosa accade in questi luoghi? In molti convegni sul tema, organizzati in tutta Italia, sono venute fuori storie da brivido: si urla ai bambini, li si strattona, e sappiamo tutti come siano pure accaduti episodi di violenza fisica come se già non bastasse quella verbale a bimbi della prima infanzia o in età evolutiva.

Gli istituti nei loro depliant dichiarano di offrire percorsi educativi e di reinserimento nel lavoro alle mamme ospiti: troppo spesso sono solo chiacchiere, e le iniziative si riducono a qualche festa, pagata da associazioni esterne o da privati.

Sempre nei convegni di screening sulla situazione italiana, è uscito che se vuoi far visitare, per motivi gravi di salute, tuo figlio da uno specialista devi fare istanza in tribunale tramite avvocato: e questo ha un prezzo… Se vuoi qualcosa di meglio, devi fare ancora istanza; e ha sempre un “prezzo”. Quanti genitori che vivono questa situazione possono “permettersi” qualunque costo per la tutela del proprio bambino?

Il Tribunale dei Minori spesso nomina un avvocato per il minore stesso, detto “Curatore Speciale”, che di frequente – è la denuncia più forte, figlia del confronto tra gli operatori – non si informa e non verifica come sia la condotta e la qualità della vita del minore affidatogli, ma si presenta in udienza.

Si cerca l’assistente sociale, che probabilmente non ascolterà e non interverrà: ci si prova ugualmente, si spera sempre che non siano tutti uguali. Vi sono persino giudici che nemmeno studiano o leggono tutte le carte ma si affidano solo alle parole degli assistenti sociali.

Certo, non è corretto fare di tutta un’erba un fascio, ma oggi la situazione è generalmente così, ed è grave. Molte associazioni del settore e diversi avvocati evidenziano e testimoniano queste realtà in tutte le sedi possibili.

I tempi della nostra giustizia sono troppo lunghi e tale lentezza è assolutamente intollerabile quando si parla dei diritti dei bambini. Il Giudice, sempre più di frequente, non ha gli strumenti né per accertare chi stia violando le regole, né per imporre il loro rispetto. Si limita purtroppo a delegare i Servizi sociali, i quali sono inefficienti poiché i Comuni non hanno i mezzi per garantire strutture adeguate sia dal punto di vista delle risorse umane che delle competenze tecniche.

E nel mare di disagio dei minori, tante sono le testimonianze anche di genitori separati dai figli perché in stato di povertà. Ci riferiamo ai “sequestri di Stato”, come li definisce l’avvocato Morcavallo, già giudice togato del Tribunale dei Minori di Bologna e ora insieme ad altri in prima linea su tutto quanto abbiamo esposto. Anche questo è l’Italia…