PROFUGHI IN PROTESTA A MILANO, IL TRAFFICO IN TILT PER DUE ORE

Disagi e traffico in tilt a Milano, dove circa 300 profughi hanno bloccato per più di due ore via Fulvio Testi. Una delle arterie della città meneghina è stata così invasa cartelloni, striscioni e slogan portati dalle centinaia di ospiti del centro profughi della Croce Rosa a Bresso. La manifestazione è iniziata all’interno della stessa struttura e poi si è spostata in strada. La moltitudine di profughi in protesta, ha prima occupato Via Clerici, strada che collega Bresso a Sesto San Giovanni, poi ha proseguito lungo viale Fulvio testi in direzione Milano. La richiesta er principalmente quella dei documenti. “Documento, Documento” sono le parole che hanno ripetuto mentre manifestavano.

Nel corso della manifestazione ci sono stati anche alcuni momenti di tensione. infatti la polizia – schierata in tenuta antisommossa – ha respinto con decisione il secondo tentativo dei migranti di uscire dal centro.  “I profughi lamentavano il fatto che non vengono dati i permessi di soggiorno temporanei – ha spiegato il sindaco Ugo Vecchiarelli (Pd) – documenti che vengono rilasciati nell’attesa al riconoscimento della richiesta di asilo. Il ritardo deriva dal fatto che il numero dei profughi è molto elevato e dalla questura hanno bisogno di tempo. Questa è un’emergenza che conosciamo bene, ma adesso la situazione sta diventando davvero difficile da gestire”.

Questa nuova manifestazione, che esprime tutto il disagio che i profughi stanno vivendo, ha di nuovo dato adito a dei botta e risposta animati da esponenti della politica italiana. Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda di FI, in una nota ha commentato che i cittadini hanno appreso della protesta solo grazie al tam tam mediatico e, in più di uno, hanno dichiarato di aver avuto l’impressione che le forze dell’ordine stessero arretrando. “A Milano – ha continuato la Gelmini – il conflitto sociale dovuto all’arrivo incontrollato di profughi non è finora esploso grazie al senso civico dei milanesi, ma è chiaro che il comune e il Governo non possono pensare di continuare a buttare sulle spalle dei cittadini il peso delle scelte mancate, dei rinvii e di un Europa che continua a cincischiare”.