60 ANNI FA LA MORTE DI ALCIDE DE GASPERI

La più alta e nobile figura di statista che l’Italia abbia mai conosciuto, padre fondatore dell’Unione Europea e primo Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica: con queste parole è rimasta scolpita nella memoria popolare italiana la figura di Alcide De Gasperi. Nacque a Pieve Tiesino (TN) il 3 aprile del 1881, da una famiglia di umili origini. Completò i suoi studi grazie ad una borsa di studio concessa dal governo austriaco (all’epoca il Trentino era una regione appartenente all’impero Austro-Ungarico) laureandosi in Filologia all’Università di Vienna. Dapprima come studente, poi come membro del parlamento austriaco, si battè per la minoranza italofona.

A Roma, nel 1921, venne eletto tra le fila del Partito Popolare Italiano di Don Sturzo, divenendone, quattro anni dopo, il segretario. Per le sue idee, contrarie al regime fascista, fu arrestato alla stazione di Firenze l’11 marzo del 1927, insieme alla moglie, mentre si stava recando in treno a Trieste. Al processo che seguì venne condannato a 4 anni di carcere e a una forte multa. Impegnato durante il conflitto nel “Comitato di Liberazione Nazionale”, nel 1942 fondò la Democrazia Cristiana, di cui fu il primo segretario e presidente dal 1946 al 1954.

Durante gli ultimi governi del Regno d’Italia, venne nominato Ministro degli Esteri nel 1944 e come Presidente del Consiglio l’anno seguente. Quest’ultima carica riuscì a mantenerla anche dopo la proclamazione della Repubblica nel giugno del 1946, guidando il governo di unità nazionale per due anni, fino all’approvazione della Costituzione Italiana.

In politica estera, le sue più grandi conquiste sono state il prestito di cento milioni di dollari ottenuto dagli Stati Unit, e la difesa di territori importanti come l’Alto Adige e la Valle d’Aosta, durante gli accordi con i vincitori del secondo conflitto mondiale. Anche se fortemente cattolico, difese la laicità delle istituzioni rifiutando l’alleanza con manarchici e post-fascisti, caldeggiata dal Vaticano in occasione delle elezioni amministrative di Roma. Morì il 19 agosto del 1954 in un paesino della Val di Sella. La sua scomparsa improvvisa, lontano dal clamore e dall’attenzione dei palazzi romani, suscitò vasta commozione in tutta Italia; il lungo tragitto in treno con cui la salma raggiunse Roma per le esequie di Stato, fu rallentato da numerose soste impreviste perché la gente comune era accorsa da ogni parte per rendere omaggio alla salma.

Dentro e fuori la chiesa dove si celebrò il funerale furono presenti rappresentanze di tutti i partiti. Attualmente è sepolto a Roma nel porticato della Basilica di San Lorenzo fuori le mura. Poco dopo la sua morte, iniziarono le richieste di avviare per lui il processo di beatificazione. Tutt’ora, a Trento, è in corso la fase diocesana del processo di canonizzazione, aperta nel 1993, per cui la Chiesa ha assegnato ad Alcide De Gasperi il titolo di “Servo di Dio”.