COSTITUZIONE, MINORANZA DEM SULLE BARRICATE: “IL SENATO SIA ELETTIVO”

Vietnam o autunno caldo, chiamatelo come volete ma quello che aspetta il governo a partire da settembre è una vera e propria prova del nove. L’appello di Napolitano di pochi giorni fa non è servito, nemmeno la voce autorevole dell’ex presidente della Repubblica è riuscita a risanare la frattura nel Pd. Il muro contro muro ormai è totale, con la maggioranza che spinge sulla strada di un Senato non elettivo e la minoranza pronta a fare le barricate. “La nostra proposta è imprescindibile” ha affermato Miguel Gotor, esponente dell’opposizione interna, in un’intervista a Quotidiano Nazionale. Anche a costo di votare insieme a Forza Italia. “Noi votiamo i nostri emendamenti – ha spiegato – se poi c’è convergenza con altre forze di maggioranza o di opposizione ne prendiamo atto”. Gotor ritiene necessario dare ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti al Senato. E la lotta sulla futura composizione di Palazzo Madama è “una battaglia sulla democrazia, i nostri elettori lo sanno benissimo”.

Vannino Chiti, altro ribelle Pd ipotizza due possibili soluzioni: la prima è “modificare l’articolo 2, scrivere in Costituzione che i senatori sono eletti dai cittadini in concomitanza con il voto delle regionali, affidare il resto ad una legge ordinaria”. L’altra è, invece, “realizzare il Bundesrat ma in modo serio e vero, non battezzando con questo nome un’invenzione che non ha niente a che vedere” Passerà una soluzione pasticciata non all’altezza della Carta fondamentale dei cittadini italiani? Ad oggi pare che se ciò avvenisse sarebbe il risultato di un cambiamento della maggioranza che sostiene il governo: una via che mi sembrerebbe rischiosa e quanto meno incoerente e forse anche avventurosa per il Pd”.

La frattura in via del Nazareno non può che far piacere a Forza Italia. Renato Brunetta ha detto in modo chiaro e tondo che il governo non ha i numeri per andare avanti. Sulla riforma del Senato il partito azzurro ora ha le idee chiare. “Il metodo di Berlusconi oggi è quello espresso dal documento politico votato all’unanimità nel Consiglio nazionale di Forza Italia del 4 agosto. Giudizi chiari, opposizione netta. E una condizione unica per votare sì alla riforma del Senato. Che insieme si preveda l’elezione diretta dei senatori, con le conseguenze di funzioni e compiti che devono riflettersi nei restanti articoli della Costituzione, e l’immediata riapertura del cantiere Italicum, con l’assegnazione del premio di maggioranza alle coalizioni. Renzi dichiari subito questa volontà. E siccome Berlusconi è di parola ci sarà il sì”.