BERGOGLIO: “SERVIRE ALL’ALTARE È PALESTRA DI EDUCAZIONE ALLA CARITÀ”

“Com’è bello scoprire che la fede ci fa uscire da noi stessi, dal nostro isolamento e, proprio perché ricolmi della gioia di essere amici di Cristo Signore, ci fa muovere verso gli altri, rendendoci naturalmente missionari!”. Sono le parole che Papa Francesco ha pronunciato in piazza San Pietro dinanzi a diverse migliaia di ministranti, provenienti da una ventina di Paesi tra i quali l’Austria, la Germania, la Francia, il Portogallo, la Svizzera, l’Ungheria, la Serbia e l’Italia. Il Pontefice, nel suo discorso, ha osservato che “servire all’altare, diventa anche l’occasione per aprirsi agli altri, per camminare insieme, per scegliere mete impegnative e trovare le forze per raggiungerle. È fonte di autentica gioia riconoscersi piccoli e deboli ma sapere che, con l’aiuto di Gesù, possiamo essere rivestiti di forza e intraprendere un grande viaggio nella vita in sua compagnia”.

Ripercorrendo il cammino del profeta Isaia ha affermato che “è Dio a fare la prima mossa, ad avvicinarsi per primo”; l’azione divina non viene impedita dalle “imperfezioni” dell’uomo che viene trasformato “in una persona del tutto nuova e quindi capace di rispondere alla sua chiamata”. “Voi, oggi – ha soggiunto – siete più fortunati del Profeta Isaia. Nell’Eucaristia e negli altri sacramenti sperimentate l’intima vicinanza di Gesù, la dolcezza ed efficacia della sua presenza. Non incontrate Gesù posto su un irraggiungibile trono alto ed elevato, ma nel pane e nel vino eucaristici, e la sua Parola non fa vibrare gli stipiti delle porte ma le corde del cuore”.

Come Isaia, ha ribadito, “anche noi siamo invitati a non rimanere chiusi in noi stessi, custodendo la nostra fede in un deposito sotterraneo nel quale ritirarci nei momenti difficili”. “Voi cari ministranti – ha spiegato – più sarete vicini all’altare, più vi ricorderete di dialogare con Gesù nella preghiera quotidiana, più vi ciberete della Parola e del Corpo del Signore e maggiormente sarete in grado di andare verso il prossimo portandogli in dono ciò che avete ricevuto, donando a vostra volta con entusiasmo la gioia che vi è stata donata”. “Grazie per la vostra disponibilità”, ha concluso rivolgendosi ancora ai ministranti, “facendo di questo servizio una palestra di educazione alla fede e alla carità verso il prossimo”.