LA CORRUZIONE NELLA CHIESA

Il termine “corruzione” applicato alla Chiesa Cattolica farebbe ripensare ai tempi grigi delle gerarchie quando i principi della Chiesa e non pochi Papi usarono il potere temporale per raggiungere i propri scopi personali, perdendo così la stima del popolo. Chi conosce un po’ di storia dovrebbe ricordare come già nel connubio con l’Impero romano iniziò di fatto la decadenza del vero potere ecclesiastico. La vita spirituale, evangelica dovette così sottomettersi ad ogni sorta di speculazione, usata per conquistare i beni terreni e la supremazia politica di interi Paesi.

La sete di dominio di non pochi papi divenne il boomerang per una progressiva profonda e perversa dicotomia tra ciò che la Chiesa annunciava e ciò che poi di fatto organizzava; la corruzione ha avuto dei picchi storici ricordati anche dalla famosissima ed impressionante richiesta di perdono di Papa Giovanni Paolo II quando supplicò per sette volte la misericordia di Dio ricordando i periodi più bui della sua storia. A partire dalla nota inquisizione, alle violenze compiute durante le crociate e alle persecuzioni contro i dissidenti; sembrava illusoriamente quasi del tutto purificata da quel grande Giubileo del nuovo millennio mentre di fatto il peggio – sul piano morale e spirituale – doveva ancora realizzarsi.

Negli anni a seguire, e con il successore di Wojtyla, la Chiesa si vedrà stravolta da innumerevoli scandali legati all’immoralità del clero fino alle rivelazioni scioccanti dei tanti crimini commessi contro i minori. L’istituzione ecclesiastica, e in particolar modo la figura del sacerdote come educatore e promotore di accoglienza dei più deboli, decadrà così tanto da trasformare l’immagine dei rappresentanti di Cristo in persone inaffidabili e corrotte. Gli scandali si moltiplicheranno con un mondo mediatico quasi accanito e rumoroso nell’evidenziare ogni singolo “albero cadente” dimenticando la foresta del bene e tutte quelle infinite realtà totalmente dedicate a sacrificarsi per i più deboli e dimenticati. La santità della Chiesa è stata così svilita e mortificata dai comportamenti loschi e tenebrosi che hanno abbattuto persino Papa Benedetto XVI, dimessosi dal proprio pontificato. Una scelta, di fatto, senza precedenti di un uomo, il Vicario di Cristo, continuamente attaccato fuori e dentro l’Ecclesia, in modo feroce, senza pietà come se tutto fosse dipeso da lui. Impressionando per la sua umiltà e profonda sofferenza Ratzinger ha dimostrato di non essere di certo “attaccato” alla poltrona bensì soltanto desideroso di vedere la propria Chiesa guidata con la forza di un Pastore idoneo a risollevarla, in un tempo così difficile dell’umanità.

E aveva proprio ragione; con l’arrivo di Bergoglio si cambia ritmo e la rivoluzione auspicata dal suo predecessore si concretizza fin da subito. Certo è molto facile criticare chi deve governare quando non si hanno responsabilità… E’ semplicistico accusare e pretendere di correggere un Papa e un’intera Istituzione così complessa e variegata quando si resta a guardare dalla finestra… Oggi è proprio lui in persona, Papa Francesco, a denunciare concretamente quella corruzione che tocca ogni ambito della società attuale, civile e religiosa.

La sua incessante e scandalosa (per alcuni) richiesta di unità della cristianità mira ad abbattere quegli steccati che inevitabilmente creano le condizioni di interessi particolari. Per difendere questi recinti ideologici e religiosi si arriva persino ai combattimenti armati.

E allora non prendiamoci in giro! Sappiamo che la madre di tutte le corruzioni è il peccato, dove il fautore del male, il demonio, “come leone ruggente va in giro cercando chi divorare”, per distruggere lo spazio di Dio nella società, che è la sua Chiesa.

Le porte degli inferi, però, non prevarranno perché, come declina Pessoa, “La terra è fatta di cielo. Non ha nido la menzogna”.

Chi ama veramente la Chiesa può iniziare per primo a cambiare, dentro di sè e nel proprio ambiente, dando l’esempio. Il mondo ha bisogno oggi di nuovi santi e di nuovi martiri, testimoni autentici del vangelo di Gesù, impregnati di Spirito Santo, lontani dagli imbrogli, dai carrierismi e dalle cordate di potere. Persone autentiche e pure di cuore, integre e incapaci di corrompersi.