COSA PENSA IL PAPA DELLA SINDONE

L’esposizione della Sacra Sindone è stato un fenomeno di dimensione non catalogabile, se non per il numero di pellegrini – circa due milioni in 67 giorni – e per la perfetta organizzazione sostenuta dai molti volontari sparsi ovunque, tra l’ingresso del percorso nei giardini di Palazzo Reale, la sala prefettura, dentro e fuori il duomo.

Il Telo ha testimoniato e riattualizzato un fatto unico ed irripetibile nella storia dell’umanità. La visione della Sindone testimonia che quanto è accaduto nella Galilea e a Gerusalemme oltre 2000 anni fa è un vero fatto di storia: una vicenda che ci riguarda intimamente ancora oggi; uno spartiacque tra un prima e un dopo del mondo, tra caduta e redenzione.

Ora, a qualche tempo di distanza, si può ragionare sulla natura eminentemente pastorale dell’ostensione, che ha visto Papa Francesco in preghiera davanti al Telo.

Bergoglio ha sostato in preghiera in silenzio per 5 minuti davanti alla reliquia della passione, quindi un segno di croce e un gesto di devozione toccando la cornice in cui è custodita … Non una parola quindi. Poiché tornavano alla memoria i magistrali discorsi di Giovanni Paolo II nel 1998 e di Papa Benedetto nel 2010, qualcuno si è chiesto: perché non ha parlato? In realtà Francesco si era già pronunciato con una sua intensa testimonianza nella caotica e confusa ostensione del 30 marzo del 2013, ad appena due settimane dalla sua elezione a Pontefice. In quella ostensione – è bene ricordarlo – c’erano state troppe voci, troppi volti, poca Sindone, poco silenzio. Forse memore di quella confusione, infarcita di sterili esibizioni narcisistiche, papa Francesco – com’è stato ricordato, pellegrino tra i pellegrini – ha voluto scegliere il silenzio.

Ma allora cosa pensa veramente Francesco della Sindone? Citiamo dalle sue parole in quella circostanza: “Mi pongo anch’io con voi davanti alla Sacra Sindone, e ringrazio il signore che ci offre, con gli strumenti di oggi, questa possibilità … Il nostro non è un semplice osservare, ma è un venerare, è uno sguardo di preghiera. Direi di più è un lasciarsi guardare. Questo volto ha gli occhi chiusi, è il volto di un defunto, eppure misteriosamente ci guarda, e nel silenzio ci parla. Come è possibile? Come mai il popolo fedele, come voi, vuole fermarsi davanti a questa Icona di un uomo flagellato e crocifisso? Perché l’Uomo della Sindone ci invita a contemplare Gesù di Nazareth.

Questa immagine – impressa nel Telo – parla al nostro cuore e ci spinge a salire sul Monte Calvario, a guardare al legno della Croce, a immergerci nel silenzio eloquente dell’Amore. Lasciamoci dunque raggiungere da questo sguardo, che non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore. Ascoltiamo ciò che vuole dirci, nel silenzio, oltrepassando la stessa morte. Attraverso la sacra Sindone ci giunge la parola unica ed ultima di Dio. L’Amore fatto uomo, incarnato nella nostra storia, l’Amore misericordioso di Dio che ha preso su di sé tutto il male del mondo per liberarci dal suo dominio. Questo Volto sfigurato assomiglia a tanti volti di uomini e donne feriti da una vita non rispettosa della loro dignità, da guerre e violenze che colpiscono i più deboli … Eppure il Volto della Sindone comunica una grande pace …”.