GIALLO NEL CARCERE DI BERGAMO, BOSSETTI TENTA IL SUICIDIO

Massimo Bossetti, il muratore di Mapello unico imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio, avrebbe tentato di suicidarsi in carcere. Una circostanza che finora ha solo la conferma del suo avvocato Claudio Salvagni ma non quella della direzione dell’istituto penitenziario di Bergamo in cui l’uomo è detenuto da tredici mesi.

I fatti risalirebbero allo scorso 18 luglio, il giorno dopo la seconda udienza del processo. Bossetti stesso avrebbe raccontato alla moglie – in visita presso l’istituto penitenziario lo scorso sabato – che si sarebbe legato attorno al collo una cintura, ma sarebbe subito stato bloccato da un agente. A causare il gesto sarebbe stato il fatto di avere sentito, nel corso dell’udienza, parlare apertamente delle due relazioni che la moglie Marita Comi avrebbe avuto negli anni scorsi. Il presunto tentato suicidio non sarebbe stato seguito da un ricovero in ospedale. Secondo il legale dell’uomo, Bossetti avrebbe avuto un momento di debolezza.

Nel corso delle indagini sul carpentiere di Mapello era già emerso un Bossetti sul limite del suicidio. Qualche anno fa era stato trovato in lacrime dai colleghi in un container del cantiere. Aveva raccontato di aver scoperto che la moglie aveva un amante e voleva buttarsi dal ponte di Sedrina. Loro avevano prima pensato a una delle sue tante fantasie per le quali lo avevano soprannominato “Il favola”, ma avevano poi avvisato l’impresario, che era arrivato per evitare il peggio.

Ora il legale è in attesa di una relazione da parte dell’Amministrazione dell’istituto penitenziario, ma secondo una sua prima valutazione il gesto sarebbe stato causato dall’esito dell’ultima udienza. Infatti lo scorso venerdì 17 luglio, i giudici della corte d’assise di Bergamo hanno respinto tutte le sostanziali eccezioni preliminari sollevate dalla difesa di Bossetti.