DRAGHI SULL’EUROZONA: “L’UNIONE MONETARIA E’ ANCORA FRAGILE”

La ripresa nell’area Euro “va avanti” nonostante “i recenti eventi” e la “maggiore instabilità finanziaria” che ne è derivata: il presidente della Bce, Mario Draghi, presenta gli ultimi dati sull’economia dell’Eurozona nella conferenza stampa che segue la riunione del consiglio direttivo della Banca centrale. Giuste le previsioni fatte finora dall’Eurotower. E Draghi ha ribadito la necessità di mantenere una linea di politica monetaria “costante”. Gli andamenti sui mercati finanziari e le incertezze collegate a diversi eventi, compresi quelli in Grecia, non hanno modificato l’outlook e confermano “un rafforzamento della ripresa” in arrivo, nonostante le turbolenze sui mercati. “I recenti sviluppi dei mercati finanziari, che parzialmente riflettono una maggiore incertezza – ha aggiunto Draghi – non hanno modificato la valutazione del direttivo di un rafforzamento della ripresa economica nella zona euro e di un graduale aumento dei tassi di inflazione nei prossimi anni”. Il presidente della Bce aggiunge poi che “sono necessari” comunque numerosi “progressi” perché l’Unione monetaria è “fragile”: “Questa unione è imperfetta e, essendo imperfetta, è fragile, vulnerabile e non consente di distribuire tutti i benefici come potrebbe se fosse completata”.

Detto questo “la ripresa ciclica in corso”, visto il persistere di un’elevata disoccupazione strutturale e una crescita bassa del pil nella zona euro, “dovrebbe – continua Draghi – essere sostenuta da politiche strutturali efficaci”.

In merito all’inflazione Draghi fa sapere che l’aumento dei prezzi ha toccato il livello minimo a inizio anno e rimarrà basso anche nei prossimi mesi, ma risalirà sul finire del 2015 per poi crescere ulteriormente nel 2016 e 2017. La Bce è pronta a utilizzare “tutti gli strumento a disposizione”, all’interno del proprio mandato, per sostenere la crescita e riportare l’inflazione appena sotto il 2%. Gli acquisti di asset da parte della Bce “continuano a procedere regolarmente” e proseguiranno ”almeno fino alla fine di settembre 2016” e comunque fino a quando l’inflazione non sarà in linea con l’obiettivo della Bce di un tasso, appunto, sotto al 2% nel medio termine. Il programma di Quantitative easing della Bce “sta procedendo senza intoppi” e andrà avanti fino a settembre del 2016 o comunque “fino a quando l’inflazione sarà compatibile con i target fissati”.