MONS. FISICHELLA: “LAUDATO SI” ENTRA NEL QUOTIDIANO DI OGNUNO

Giubileo

L’enciclica di Papa Francesco “Laudato Sì” entra direttamente “nel merito della vita quotidiana delle persone, che non permette di assumere scusanti né attenuanti per il mancato rispetto nei confronti della natura e che impone un serio esame di coscienza per ripensare lo stile di vita necessario per guardare al futuro con speranza”. E’ quanto afferma monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, all’incontro sulla nuova enciclica svoltosi a Roma a Palazzo Maffei Marescotti, dove era presente anche la presidente della Camera Laura Boldrini.

“L’obiettivo di fondo che si coglie, -sottolinea il vescovo- sembra essere proprio questo: il desiderio di incutere speranza per il futuro. Papa Francesco più volte è ritornato su questo tema; le parole “Non lasciamoci rubare la speranza” sono una eco costante nel suo insegnamento. Si tratta di una speranza pensata e vissuta sotto lo sguardo carico di quella peculiare certezza che proviene dalla fede e che permette di andare oltre i limiti e le contraddizioni dei nostri giorni per farsi carico del futuro dell’umanità e del creato”.

Fisichella sottolinea che il Papa “Non tergiversa nel chiarificare subito quanto la tematica ecologica sia un contenuto prettamente connesso con la fede e, pertanto, richieda un intervento specifico da parte del vescovo di Roma. Si ritrova, infatti, una connessione importante tra ecologia ed etica, stile di vita dei credenti e formazione della coscienza, impegno per l’unità del genere umano e critica verso ogni forma di povertà causata dall’individualismo sprezzante di chi intende porre come primato il solo interesse economico. Insomma, le pagine di questa enciclica sono a pieno titolo nel solco della dottrina sociale della Chiesa così come è stata pensata e costruita nel corso degli ultimi due secoli. Se si vuole, ciò che viene inteso da papa Francesco è il tema dell’identità a cui nessuno può sfuggire”.

Concludendo il suo discorso, il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, avverte che “Il tema dell’identità non può lasciare indifferenti in un periodo come il nostro che vede in atto una massiccia confusione in proposito. Tolta l’identità, infatti, si perde la relazione con se stessi, con gli altri e con il creato perché manca l’essenza stessa della relazione. Non ci si può nascondere che alcune tendenze culturali odierne sono sopraffatte dall’ansia di uniformare tutto”.