SALVINI INCIAMPA ANCORA SULLA PROSTITUZIONE: “FA MENO MALE DELLA CANNABIS”

Legalizzare la prostituzione ma non la cannabis. In una paradossale comparazione tra droghe e mercato del sesso Matteo Salvini torna a ribadire di essere “personalmente favorevole alla legalizzazione della prostituzione perché fino a prova contraria il sesso non fa male la cannabis sì”. Nulla quaestio sulle droghe che, in quanto tali, mettono a rischio il nostro organismo. Ma sul fatto che il meretricio, ancorché lontano dalle strade, non produca danni ci sarebbero tante cose da dire. Una società di leggi non dovrebbe soltanto provvedere a tutelare la salute ma anche la dignità delle persone.

In questo senso sostenere politiche che contribuiscano a diffondere l’immagine della “donna oggetto” è già di per sé sbagliato. La prostituzione non è un mestiere, non è una professione, è l’indiscriminata vendita del corpo umano. Sesso per soldi, niente di più squallido. Chi svolge questa attività, anche se fuori dal racket, spesso lo fa perché non ha altre possibilità. E non è felice di farlo. Ben farebbero i nostri politici a promuovere, piuttosto, misure occupazionali che diano alle donne il giusto spazio.

I dati sul lavoro femminile sono ancora lontani da quelli che un Paese europeo come l’Italia dovrebbe avere. Viceversa con proposte come questa si rischia di sostenere una società maschilista, in cui le donne sono pertinenze dell’uomo. Per combattere il fenomeno serve una grossa svolta culturale. I nostri governanti, Salvini compreso, lavorino in tale direzione. Gliene saremo tutti grati.