GRECIA-EUROPA: ECCO I PUNTI DELL’ACCORDO

Sembra proprio che il tira e molla sulla Grecia sia finito dopo il lunghissimo eurogruppo che si è concluso nella mattinata di ieri con un accordo. “La strada sarà lunga e difficile”, ha detto Angela Merkel al termine della conferenza dell’Eurosummit, ma la cancelliera ha confermato che “l’intesa c’è, questo è un piano A, non serve un piano B”, riferendosi all’uscita della Grecia dall’euro. Sempre la Merlek ha annunciato che il terzo intervento finanziario a favore della Grecia sarà di 82-86 miliardi in tre anni di cui 24 per il sistema bancario. Ciò che si capisce dalle parole della leader tedesca è che per Atene tornerà la Troika, per supervisionare il programma di salvataggio. Era stato Tsipras a richiedere la sospensione delle ispezioni delle istituzioni i mesi scorsi, ma sembra che ormai non poteva più rifiutarsi. Ora il parlamento greco dovrà approvare tutte le condizioni dell’accordo e, solo dopo il via libero greco, anche il Bundestag si riunirà per approvare il piano di aiuti: “Sen necessario siamo pronti a prendere misure supplementari di grazia per prolungare le scadenze del debito”, ha affermato la cancelliera, ricordando che la posizione dei governi non è favorevole al taglio nominale del debito.

Per il premier Alexis Tsipras, l’accordo raggiunto permetterà al suo Paese di tornare a condizioni di stabilità finanziaria, dato che in questo modo “abbiamo evitato il trasferimento dei nostri beni all’estero”, ha detto, mentre riguardo alla ristrutturazione del debito ha annunciato di averne ottenuto un alleggerimento e il finanziamento a medio termine. “La scelta di Tsipras per nuove riforme e ottenere finanziamenti superiori a 80 miliardi di euro è coraggionsa”, ha detto il presidente francese Hollande ai giornalisti. Ma arrivano da Atene anche i primi commenti per niente positivi: per Panagiotis Lafazaris, ministro dell’energia e leader dell’ala radicale di Syriza, il compromesso di Bruxelles è un “accordo umiliante”.

Comunque, entro mercoledì 15 luglio, la Grecia dovrà adottare la riforma dell’Iva, quella delle pensioni, quella dell’Elstat (istituto nazionale di statistica), oltre che introdurre tagli semi-automatici alla spesa in caso di deviazioni dell’obiettivo del surplus primario. Entro il 22 luglio dovrà invece approvare la riforma del codice di procedura civile e recepire la direttiva Brrd (Bank Recovery and Resolution Directive) sul fallimento degli istituti di credito.

La borsa ha preso con favore l’accordo, subito dopo l’annuncio lo spread tra Btp e Bund è precipitato a 117,4 punti dai 135 dell’apertura. Il rendimento del titolo italiano è sceso al 2,11%. In flessione anche lo spread tra Bonos e Bund a 116, con rendimento sul titolo spagnolo al 2,09%.

Il progetto di conclusioni è stato predisposto da Merkel, Hollande, Tsipras e Tusk. Aperte fino all’ultimo varie questioni a partire dal ruolo del Fondo monetario internazionale nel terzo salvataggio e nella supervisione della politica economica greca e dalla creazione di un fondo in cui i greci dovrebbero trasferire attivi per 50 miliardi (ma i greci prevedono privatizzazioni solo per 7 miliardi) per garantire le privatizzazioni promesse. Il fondo avrà sede in Grecia e non in Lussemburgo come si era pensato inizialmente. Il futuro dell’Europa è in bilico, secondo il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. “Il progetto europeo è sul filo del rasoio”.

Nella notte il governo greco si è opposto alla creazione di un fondo fiduciario contenuto nella proposta di compromesso dei creditori, chiedendo anche un ruolo più contenuto del Fmi nel terzo salvataggio. Per far fronte alle esigenze immediate della Grecia, che ammontano a 7 miliardi entro il 20 luglio, i partner europei avrebbero pensato a prestiti bilaterali da parte di alcuni Paesi che poi verrebbero rimborsati dal Fondo salva Stati. Prestiti bilaterali e ricorso alle dotazioni dell’Efsf: questi i principali strumenti che potrebbero essere utilizzati per un “prestito ponte” che consentirebbe alla Grecia di onorare i suoi debiti nelle prossime settimane evitando così il default. Il ricorso all’Efsf consentirebbe di soddisfare le esigenze di Atene in attesa della definizione e del varo del programma di aiuti triennale del’Esm. Il prestito ponte dovrebbe servire a pagare le rate del debito greco in scadenza a luglio. Durante questo mese, esattamente il 20 luglio, la Grecia dovrà infatti tra l’altro restituire alla Bce 3,5 miliardi ai quali si aggiungono 1,6 miliardi della rata scaduta il 30 giugno con il Fmi. Della questione discuteranno i 19 ministri delle Finanze dell’Euro che si riuniranno lunedì alle 15 (è la terza riunione in tre giorni).