PRESSIONI E INTIMIDAZIONI, L’INFERNO DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI

Amministratori locali sotto attacco, soprattutto nel Mezzogiorno. L’asticella si è andata via via alzando: violenze, intimidazioni, minacce, fino ad arrivare all’omicidio. Negli ultimi anni ci sono stati 130 assassinii politici, 70 casi di dimissioni, più di 80 decreti di scioglimento dei Consigli comunali. Per contrastare un fenomeno in crescita il Pd si è mosso in Parlamento con due proposte di legge che vedono come primi firmatari Romina Mura e Francesco Sanna.

Le due iniziative legislative modificano il codice penale, il codice di rito ed il testo unico sulle elezioni locali, introducendo il reato di attentato contro gli amministratori locali, di violenza contro i candidati alle elezioni, un’aggravante specifica e l’arresto in flagranza. Un intervento legislativo che i due parlamentari dem considerano urgente “per garantire il libero dispiegarsi del gioco democratico nei comuni, ponendo un argine ad un fenomeno che colpisce soprattutto il Mezzogiorno”.

E non è un caso che i due deputati siano sardi: tra le Regioni maggiormente colpite infatti, come si ricava dal lavoro della commissione di indagine ad hoc del Senato, proprio la Sardegna con ben 136 atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali tra il 2013 e il 2014 e il 10,8 per cento del totale degli episodi registrati in Italia.

L’isola e’ la quarta regione dopo Sicilia (211 pari al 16,7 per cento), Puglia (163 pari al 12,9 per cento) e Calabria (155 pari al 12,3 per cento) per incidenza del fenomeno che a livello nazionale ha toccato i 1.265 casi nei due anni di riferimento. Il dato numerico delle intimidazioni per centomila abitanti modifica pero’ la classifica delle regioni e la Sardegna, con una popolazione di 1 milione 640mila 379 abitanti, risulta al primo posto con l’8,3 per cento sul totale, seguita da Calabria e Sicilia.