MIGRANTI, SAVE THE CHILDREN: “L’EU DEFINISCA UNA FORTE AZIONE CONGIUNTA, SUPERANDO GLI INTERESSI NAZIONALI”

Continua l’impasse degli Stati membri dell’Unione europea sull’emergenza migratoria che si sta verificando nel vecchio continente. Dalla situazione di stallo di Ventimiglia, ai disordini di Calais dove i rifugiati hanno cercato di attraversare la Manica prendendo di assalto i tir che erano fermi in coda per uno sciopero, fino agli sbarchi senza fine che continua a susseguirsi sia in Italia sia in Grecia.

L’organizzazione non governativa (Ong) Save The Children, è intervenuta sull’argomento chiedendo a tutti i capi di Stato e di governo che si riuniranno oggi a Bruxelles di definire “una forte azione congiunta superando gli interessi nazionali”. “Il ritardo di un’azione concreta europea sulla migrazione lascia ancora nel limbo alcune migliaia di bambini, persone vulnerabili già sopravvissute all’attraversamento del Mediterraneo per raggiungere l’Italia o la Grecia e spesso, a situazioni di violenza inaccettabile subita durante il loro viaggio”, ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. “In pratica, ogni stato membro dell’Unione sta chiudendo la porta in faccia ad alcune centinaia di bambini, ragazze e ragazzi giovanissimi”, ha aggiunto.

Secondo le stime di Save the Children, dall’inizio dell’anno sono stati quasi 6 mila i minori arrivati via mare in Italia, tra cui più di 3.830 minori non accompagnati. “Pur apprezzando l’intenzione della Ue di concludere entro la fine di luglio i negoziati sulle procedure di ricollocamento, si legge ancora nella nota, Save the Children chiede con forza agli Stati membri di agire subito e raggiungere un accordo complessivo sulla migrazione, che comprenda uno schema di ricollocazione intra-Ue equilibrato ma obbligatorio, e un ampio programma di reinsediamento in Europa per i migranti presenti all’esterno nelle aree di crisi”.

Inoltre, Save The Children ha chiesto alla comunità internazionale e all’Unione Europea di fare di più per risolvere le cause che spingono queste persone ad affrontare i “viaggi della speranza”, che in realtà sono molto pericolosi, sia per le grandi distanze che queste persone devono percorrere, sia perché a volte rischiano di finire in mano a trafficanti di esseri umani. Risolvere i conflitti, la violazione dei diritti umani e la povertà aiuterebbe a far diminuire il flusso migratorio che costantemente e inesorabilmente vede coinvolto tutta L’Europa.