BERGOGLIO CHOC: LA SEPARAZIONE NECESSARIA

“Ci sono casi in cui la separazione è inevitabile, a volte perfino moralmente necessaria, per sottrarre figli da violenza e sfruttamento, o anche da estraneità e indifferenza. E non tutti i separati si sentono di mantenere l’impegno assunto a restare uomo e donna impegnati a essere una sola carne”. Papa Francesco non finisce mai di stupire, spiazzare, aprire nuovi fronti sia per il mondo cattolico che per quello laico.

A poche ore dalla presentazione dell’Instrumentum Laboris, il documento preparatorio del prossimo Sinodo sulla famiglia, le parole di Bergoglio pronunciate all’Udienza Generale del mercoledì hanno ridato fiato alle speranze di tutta la comunità dei separati che portano dentro di sé una fede profonda, attiva, consapevole. Il Pontefice non si è addentrato nel discorso sulla Comunione a chi ha rotto il sacramento del matrimonio, ma certo ha offerto una sponda a quella parte di clero e di popolo che auspica una linea di apertura su questo specifico tema.

Lo stesso cardinale Peter Erdo, presidente dei vescovi europei e relatore dell’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi , aveva detto che “un atteggiamento di accoglienza maggiore dei divorziati risposati, in riferimento a situazioni come la presenza di figli nati da questa seconda unione”, era all’attenzione del Sinodo come richiesto da fedeli e diocesi di tutto il mondo. Il testo dell’Instrumentum laboris manifesta apprezzamento anche per le coppie non sposate o non sposate in Chiesa, sottolineando che “la decisione di vivere insieme è segno di una relazione che vuole strutturarsi e aprirsi ad una prospettiva di pienezza”, e spesso “questa volontà si traduce in un legame duraturo, affidabile e aperto alla vita”.

Bergoglio però – sia chiaro – non benedice alcuna separazione, anzi. Nell’affrontare il tema analizza invece il male che la precede. “Si tratta di parole, azioni e omissioni che – sottolinea – invece di esprimere amore, lo sottraggono o, peggio ancora, lo mortificano. Quando queste ferite, che sono ancora rimediabili, vengono trascurate, si aggravano: si trasformano in prepotenza, ostilità, disprezzo”. E a questo punto, spiega il Papa, che le lacerazioni possono diventare divisioni tra moglie e marito spingendo le persone a cercare la consolazione, il sostegno e la comprensione da un’altra parte.

Individuare le cause può voler dire salvare il matrimonio. Anche e soprattutto per i figli. L’anima ferita infatti è soprattutto quella dei bambini, dei figli delle famiglie in cui “ci si tratta male e ci si fa del male, fino a spezzare il legame della fedeltà coniugale”. E allora Francesco invita a chiedersi: “Quale peso ha nelle nostre scelte? Quanto pesa” una separazione? Nel rispondere a queste domande l’adulto dovrebbe in primo luogo, esorta il Papa, stare attento a non perdere la testa, a non pensare solamente a se stesso, tenere insomma presente che “l’anima del bambino soffre molto, prova un senso di disperazione”. “Sono ferite che lasciano il segno per tutta la vita”.

Solo come estrema ratio, dunque, il Santo Padre evoca la separazione. Non come uno sdoganamento del vincolo sacramentale, ma come ultima tutela della prole nel momento in cui l’assenza di amore all’interno di un rapporto ricade come una mannaia sull’equilibrio dei figli.