SOFRI CONSULENTE DELLA GIUSTIZIA, SCOPPIA LA RIVOLTA E LUI RINUNCIA

Alla fine si è arreso: Adriano Sofri non sarà consulente del ministero della Giustizia per la riforma del sistema penitenziario. La scelta dell’ex Leader di Lotta Continua, condannato a 22 anni di carcere come mandante dell’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi nel 1972 e scarcerato nel 2012, aveva scatenato un nugolo di polemiche. “Si è sollevato un piccolo chiasso attorno alla mia ‘nomina’ da parte del ministro della Giustizia come ‘esperto’ di carcere. Il mio contributo – ha scritto Sofri – si era limitato a una conversazione telefonica con un autorevole giurista, e all`adesione a una eventuale riunione futura. Alla quale invece non andrò, scusandomene coi promotori, perché ne ho abbastanza delle fesserie in genere e delle fesserie promozionali in particolare”.

A insorgere era stato, in particolare, il Sappe, sindacato di polizia giudiziaria. “Siamo letteralmente saltati sulle sedie quando abbiamo letto il decreto con cui il Ministro Guardasigilli ha insediato gli esperti per dare esecuzione agli annunciati Stati Generali sulla esecuzione penale – ha spiegato in un comunicato il segretario generale Donato Capece – Insieme a giuristi e magistrati qualificati non mancano gli ex parlamentari evidentemente da ricollocare”.

Il sindacato ha poi accolto positivamente la rinuncia dell’interessato. “Prendiamo atto con favore che Adriano Sofri ha rinunciato all’incarico di coordinatore del tavolo tecnico istruzione cultura, sport decretato con atto ufficiale del Ministro della Giustizia del 19 giugno scorso – si legge in un’altra nota del Sappe – Restiamo convinti che una persona condannata a 22 anni di carcere con più sentenze passate in giudicato quale mandante dell’omicidio del Commissario di Polizia Luigi Calabresi avvenuto a Milano nel 1972 sia la meno indicata per presiedere un tavolo istituzionale sulla riforma dell`esecuzione penale”.

Della possibile nomina di Sofri aveva parlato anche Mario Calabresi, direttore de La Stampa e figlio del commissario ucciso. “Sentire pareri diversi è sempre giusto – aveva tweettato – ma non comprendo la scelta di far sedere Sofri al tavolo della riforma. Spero che Orlando lo spieghi”