Io sono anti-gender

C’è qualcosa di ingannevole che si sta insinuando nel modo di concepire i rapporti e le relazioni all’interno della famiglia. È qualcosa che drammaticamente minaccia l’assetto futuro della nostra società nei ruoli, nelle funzioni, nelle identità dei soggetti che la compongono. Stiamo parlando della nuova ideologia “gender”.

È questa un’artefatta costruzione del pensiero di matrice anglosassone per la quale la differenza tra il genere maschile e il genere femminile non sarebbe da ricercare in una diversa origine biologica ma in una scelta culturale dell’età adulta. Secondo questa teoria, non esisterebbe più una precisa identificazione nell’eterosessuale o nell’omosessuale o nel transessuale, ma la possibilità di vivere queste diverse dimensioni in base a una libera scelta del soggetto.

Tale assunto consentirebbe la piena realizzazione di un’idea di libertà dell’individuo non riconducibile a principi etici o a codici di comportamenti civili consolidati dalla storia del progresso, della civiltà, nella nostra evoluzione culturale.

La minaccia più grande che ne deriva è la distruzione in toto del valore della famiglia come cellula base della nostra società e la legalizzazione di qualsiasi tipo di unione civile, che tenderebbe ad assumere la stessa valenza e la medesima connotazione del matrimonio tra uomo e donna.

L’omosessualità è sempre esistita ed è una condizione umana che va rispettata, è una diversità che va accolta, non giudicata e che non toglie nulla alla bellezza e alla ricchezza della persona. Secondo molti medici è una caratteristica della natura umana che accompagna il soggetto dalla nascita, non una libera scelta, non una conquista, non un segnale forte di emancipazione.

È spesso una condizione di grande turbamento perché non abbiamo sempre una sensibilità aperta alla comprensione delle sofferenze e delle umiliazioni che a volte accompagnano la vita dell’omosessuale.

Non è ammissibile, né la scienza medica lo giustifica, il cambiamento di sesso in adesione a una tendenza dipendente da un condizionamento culturale. Tuttavia soprattutto ad opera dei mass media c’è una sottile pubblicizzazione della teoria del “gender”, tant’è che negli spot pubblicitari il coinquilino dell’universitario viene presentato non più come l’amico ma come “il compagno”, nelle fiction e negli sceneggiati televisivi la presenza del figlio gay o della figlia lesbica viene passata con estrema disinvoltura, persino le pubblicità dei pannolini non devono più essere per maschietti e femminucce. Queste “manipolazioni” non vengono colte dai telespettatori ma nei soggetti fragili e disorientati, soprattutto nei nostri giovani, creano suggestioni di falsi orientamenti che possono pericolosamente influire sulle loro scelte identitarie.

Viene fatto passare come normale ciò che allontana dal concetto base del nucleo familiare, fondamentale per la sopravvivenza stessa della specie, impedendo di fatto di creare nei giovani una coscienza critica che separi il giusto dall’ingiusto, omologando tutto in un relativismo totale.

Ma la conseguenza più grave di queste sottili insinuazioni e condizionamenti riguarda l’immagine distorta di una nuova idea di famiglia che legittimerebbe genitori di ambosessi, figli concepiti tramite utero in affitto, che crescerebbero senza i modelli canonici di riferimento e nella più totale confusione di ruoli, funzioni, sentimenti, nonché dei tradizionali concetti di male e di bene.

Non si pensa – anche perché la gente è troppo distratta dai mali e dai problemi della nostra società – a quale idea di violenza, di Ingiustizia, di sopraffazione portino questi convincimenti che potrebbero determinare un penoso sgretolamento della nostra società verso una totale anarchia sentimentale e uno sfaldarsi totale di quel principio di libertà, mai comunque dissociato dal profondo rispetto per l’altro, che ha caratterizzato la nostra ascesa verso la conquista di un reale progresso.

È importante che su questo grave problema emergente si prenda una posizione inequivocabile e manifestare pubblicamente è un segnale fondamentale – si faccia un’informazione corretta, approfondita, sostenuta dai dettami delle ricerche scientifiche e che non si contrabbandi la teoria del “gender” come un’ideologia foriera di una nuova libertà, di una “vantaggiosa” emancipazione.

È necessario che le associazioni delle famiglie e dei genitori, le istituzioni scolastiche religiose e non, e quanti si occupano di formazione ed educazione dei giovani, affrontino con decisione l’argomento cercando di essere chiari, esaustivi, portando documentazioni di carattere scientifico e storico, avvalendosi dell’opera di professionisti esperti nel campo delle teorie genetiche.

Oltre alla scienza c’è anche la Storia, nella quale l’Italia è stata sempre protagonista fino ad essere identificata come culla della civiltà. Nel tempo essa stessa è diventata anche il centro della cristianità. Forse qualcosa avrebbe ancora da insegnare all’umanità se questo Paese scegliesse di non correre dietro alle mode delle maggioranze diventando orgogliosamente minoranza profetica. Un giorno, i figli di questa umanità, sapranno da chi sono stati salvati.