ADDIO ALLE PRIMARIE PD, IL PREMIER: “STAGIONE FINITA”

Matteo Renzi è sempre più determinato a riprendersi il Pd dopo un doppio turno elettorale, tra regionali e amministrative, che, a suo dire, ha sancito il fallimento delle mediazioni. “Queste elezioni dicono con chiarezza che con il Renzi 2 non si vince – ha spiegato il premier alla Stampa – . Devo tornare a fare il Renzi 1. Infischiarmene dei D’Attorre e dei Fassina e riprendere in mano il partito”. Quanto alle primarie l’analisi del voto, secondo il segretario, fa capire che “sono in crisi. Dipendesse da me la loro stagione sarebbe finita”. Renzi ha poi ricordato di “non aver messo bocca” sulla scelta di “Paita, Casson, De Luca, Emiliano e Moretti”. La sfida, in ogni caso, resta quella di “occupare il centro” perché l’Italia “è un Paese moderato”. Ma bisogna farlo “con personalità. Perché se invece degli originali corrono le copie, allora non funziona. In Liguria la Paita non ha perso perché il candidato di Civati le ha tolto dei voti che probabilmente non sarebbero andati comunque a lei. Ha perso perché nell’ultima settimana il 5 per cento degli elettori di centro si è spostato verso Toti”.

Ad Arezzo, invece, “abbiamo vinto solo quando il candidato si chiamava Fanfani. L’ultimo è stato Fanfani Beppe…. I miei giudizi sul voto di domenica non sono in bianco e nero. In alcuni casi, è vero, perdiamo per mancanza di organizzazione. In altri però, come a Mantova, vinciamo dove la Lega è forte. La verità è che ormai la gente vota come le pare, sulla base della persona”. Dunque, seguendo il ragionamento del premier, il governo non è stato messo in discussione dagli italiani, anche perché “ha fatto cose straordinarie: lavoro, giustizia, legge elettorale, divorzio breve, diritti civili. Anche l’immagine all’esterno è molto migliorata. Non siamo più i malati di Europa e durante l’ultimo G7 gli elogi pubblici di Obama alle nostre riforme sono stati quasi imbarazzanti. E basterebbe dare uno sguardo alle pratiche che abbiamo ereditato per capire che non è affatto vero che Letta era più competente di me, come ha scritto qualcuno”.

In ogni caso bisogna accelerare, senza curarsi di minoranze e opposizione. “Da oggi le riforme sono più vicine, non più lontane. Adesso dovrò aumentare i giri, non diminuirli.” Quanto al Pd “Devo tornare a fare il Renzi pure lì. E farlo davvero. Infischiandomene delle reazioni per aprire una discussione dentro il mio partito. Al governo non c’è mai stata un’infornata di persone in gamba come a questo giro. Penso alle nomine che abbiamo fatto: De Scalzi all’Eni, Starace all’Enel e Moretti a Finmeccanica. La vera accusa che mi si dovrebbe rivolgere non è di avere messo i miei al governo, ma di non averli messi nel partito”. Il ritorno alla rottamazione è, dunque, fondamentale per non perdere altro terreno. “Tra un anno si vota nelle grandi città. Torino, Milano, Bologna, Napoli, forse Roma”. E proprio sulla Capitale Renzi avverte: “Se torna Renzi 1, fossi in Marino non starei tranquillo”.