ANCHE PER RENZI INIZIANO GLI ESAMI

Mercoledì, con la prova d’italiano, iniziano gli esami di Maturità per migliaia di studenti. Al di là della solita retorica sulle notti prima degli esami, sulle passioni e sulle pulsioni dei maturandi, sui destini che s’incrociano con i desideri, i test finali delle scuole medie superiori restano ancora oggi una sorta di colonne d’Ercole della vita. Per molti, se non per tutti, c’è sempre un prima e un dopo. Ma mercoledì gli esami non iniziano solo per gli studenti medi. Sia pur con prove diverse anche il governo guidato da Matteo Renzi è chiamato ad affrontare gli esami di Maturità. E non saranno prove facili. Il governo si trova ad affrontare il nodo spinoso dei migranti, ma non sarà il solo. Ci sono anche i temi etici sul tavolo della discussione – dai gender alle famiglie omosessuali – e su questi l’Esecutivo rischia davvero di scivolare…

Il primo a sottoporsi ai test confezionati dall’Europa sarà il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Martedì sarà in Lussemburgo per il vertice convocato dalla commissione Affari Interni dell’Unione Europea. Il titolare del Viminale si troverà di fronte i suoi omologhi e con loro dovrà mettere a punto una strategia per affrontare il problema immigrazione. Il summit lussemburghese getterà le basi per l’incontro dei premier europei, in agenda a fine mese. Nel mezzo ci saranno anche i faccia a faccia, sia pur informali, che Renzi ha annunciato (non sappiamo bene se ottenuto o strappato) con David Cameron e Francois Holland, in visita all’Expo di Milano.

Ogni appuntamento sarà per un esame per l’Italia e per l’Europa. Nel gioco dello scaricabarile, mandato in scena in queste settimane, nessuno vince e nessuno perde. E non c’è nemmeno un pareggio. Dunque quelli dei prossimi giorni saranno esami seri, rigorosi e scrupolosi, che rischiano di mettere a nudo le debolezze dell’Italia e le eccessive pretese dell’Europa. Perché il nostro Paese sarà pure un maturando un po’ indisciplinato, ma la Ue (in particolare Francia, Germania e Regno Unito) si sta rivelando un maestrino dalla penna rossa, buono solo a rimproverare e non a spiegare e ascoltare. Insomma, un pessimo dirigente scolastico.

Oggi più che mai, tanto in Italia quanto nel resto dei Paesi europei, dovremmo smetterla di giocare con le parole, nella convinzione che gli artifici lessicali, le piroette linguistiche, rendano meno drammatico il problema. L’immigrazione del sud del mondo verso il nord è un fenomeno da governare, non da risolvere con drastiche soluzioni o demagogiche indicazioni, nella convinzione di esser dentro una campagna elettorale permanente. E governare un problema significa assumersi delle responsabilità, non scaricare su altri.

Secondo una stima delle Nazioni Unite, riportata nell’ultimo Dossier Statistico Immigrazione Unar/Idos 2014, nel 2013 è stata superata la soglia di 232 milioni di migranti nel mondo attratti, principalmente, da due continenti: Europa e Asia (il primo coopta circa il 31,4% dei migranti, il secondo il 30,5%). In questo momento, sempre secondo le Nazioni Unite, i rifugiati nel mondo hanno superato i 50 milioni.
Venendo ai numeri del nostro continente, i dati Eurostat del 2014 parlano di 626 mila richiedenti asilo nell’Unione europea, 191 mila in più rispetto all’anno precedente. Di questi oltre 202 mila hanno richiesto asilo in Germania, oltre 81 mila in Svezia e 64 mila 625 in Italia, ponendo il nostro Paese dell’Unione al terzo posto nella “classifica” degli Stati per numero di richiedenti asilo.

Volendo fare chiarezza su questi numeri occorre sottolineare che all’interno dell’Unione europea arrivano meno del 10% dei rifugiati/richiedenti asilo del mondo. Un interessante articolo del professor Maurizio Ambrosini dell’università Statale di Milano sottolinea come queste cifre vadano confrontate con quelle globali diffuse da Unhcr – l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati – sui primi sei mesi del 2014: il Libano accoglieva in quel periodo 1,1 milioni di richiedenti asilo, la Turchia quasi 800 mila, la Giordania 645 mila. Questi numeri sottolineano la portata mondiale di questo fenomeno, la sua caratteristica ormai non emergenziale, le difficoltà tecniche e strutturali del nostro Paese rispetto ad altri Stati della stessa Unione, come Germania e Svezia, e la necessità di programmare una politica di tipo organica,

La fotografia offerta dai numeri, per quanto asettici nella loro rigidità, è impietosa e mette a nudo le responsabilità della politica che si ostina a muovere le pedine sulla scacchiera senza una vera tattica. Nella convinzione che il solito arrocco del cavallo sia in grado di evitare lo scacco matto.

Oggi, invece, servono azioni mirate e politiche dedicate. Cosa che il governo Renzi, sino ad oggi, non ha fatto. Ma gli esami di maturità di questi giorni metteranno tutti di fronte alle proprie responsabilità. Altrimenti Milano e Ventimiglia rischiano di diventare la norma e non l’eccezione. Perché ci sarà sempre un sud che emigra verso il nord. Buon esame di maturità a tutti, governanti compresi.