SFREGIATO CON L’ACIDO, COPPIA CONDANNATA A 14 ANNI

I giudici della nona sezione del Tribunale di Milano hanno condannato a 14 anni di carcere Alexander Boettcher e Martina Levato col rito abbreviato, e quindi con lo sconto di un terzo della pena, e hanno disposto a favore della vittima, Pietro Barbini, una provvisionale immediatamente esecutiva di un milione e 100.000 euro. Inoltre, hanno trasmesso la sentenza alla Procura per i minorenni per eventuali provvedimenti da prendere in relazione al figlio che Martina Levato, all’ottavo mese di gravidanza, attende dall’amante. I giudici inoltre hanno disposto la sospensione dei termini di custodia cautelare per i due imputati e depositeranno le motivazioni della sentenza tra 60 giorni. Alla lettura della sentenza era presente in aula solo Boettcher.

“I due imputati hanno posto in essere una condotta grave e i danni provocati sono gravissimi – ha commntato l’avvocato di parte civile Paolo Tosoni – tant’è che il tribunale ha disposto una provvisionale alta”. L’avvocato Ermanno Gorpia, difensore di Boettcher, ha annunciato che ricorrerà in appello. “Un’aggravante in meno è un grosso risultato, anche se per noi ce n’è un’altra insussistente, che è quella dei motivi abietti: Martina ha chiaramente agito per quello che secondo lei era vendicare, seppur in modo spropositato, un torto, quindi un motivo c’era. In ogni caso c’è una ricostruzione complessiva che noi abbiamo fatto e cercheremo di far valere in appello”.

Il 28 dicembre 2014 Petro Barbini ha subito un’aggressione con l’acido da parte di una sua ex compagna di scuola ed ex fidanzata, Martina Levato e del suo amante, Alexander Boettcher. I due aggressori sono passati alla cronaca come la “coppia diabolica”. Dopo l’aggressione Barbini ha riportato delle lesioni permanenti, ha perso sei decimi di vista da un occhio e ha avuto l’olfatto completamente compromesso. La ragione dell’aggressione non è ancora chiara agli inquirenti, ma sembra che la coppia di amanti avesse avuto l’intenzione di “punire” gli ex fidanzati di Martina.