MAFIA CAPITALE, SUL CAMPIDOGLIO L’OMBRA DEL COMMISSARIAMENTO

L’ombra del commissariamento avvolge Roma Capitale e il centrosinistra, nonostante le divisioni interne, decide di schierarsi per lo meno ufficialmente con Ignazio Marino. L’amore tra i cittadini e il Sindaco non è mai scoccato e si teme che un eventuale ritorno alle elezioni possa portare a una nuova amministrazione di centrodestra o all’inesorabile avanzata del Movimento 5 Stelle. Tanto basta per convincere la costola dem capitolina a sostenere l’attuale numero uno del Campidoglio, su cui più esponenti democrat hanno manifestato dubbi. Nella serata di ieri il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia impegna anche il governo. “L’amministrazione Marino è chiaramente dalla parte del giusto – dice -. Lo ha dimostrato in questi mesi, che sono stati difficili. Deve continuare assolutamente”.

La scadenza dell’ipotesi di uno scioglimento non è lontana: a fine luglio il prefetto di Roma dovrà decidere sulla base del lavoro degli ispettori che finirà il 15 giugno. Marino viene difeso dai democratici, ma con i se e i ma. “Deve tagliare più teste”, suggerisce perentorio il senatore Stefano Esposito, commissario ad Ostia, territorio ad alta infiltrazione mafiosa. “E’ vero che la burocrazia ha invaso il campo della politica, ma abbiamo dei dirigenti iperpagati che bisogna rimuovere, se non fanno il loro lavoro. L’idea che Marino sia un marziano la sento anche io a tratti – prosegue Esposito -, ma la partita importante ora è rafforzare ancora di più l’iniziativa di pulizia da fare nel Pd e in Campidoglio, ripristinando la legalità”.

Il senatore aggiusta il tiro del sindaco. “E’ sbagliato dire che le responsabilità di Mafia Capitale siano addebitabili esclusivamente ai terribili cinque anni di amministrazione Alemanno, servirebbe esclusivamente a non guardare anche le nostre colpe”. Ma per Esposito “l’ipotesi di un commissariamento e scioglimento della Capitale d’Italia per infiltrazione mafiosa avrebbe conseguenze sull’immagine di questo Paese”.

Il sindaco di Roma (una città in emergenza mafiosa) insomma non si tocca e lui non ci pensa per niente a “sloggiare” anzi dice “sono più determinato di prima”. Anche perché forte dell’appoggio del Nazareno che arriva ad ogni difficoltà, dalla rivolta di Tor Sapienza a Mafia Capitale.

“Dimissioni? sono richieste strampalate – dice il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, che aggiunge -. Marino è considerato un nemico da chi vuole fare affari”. Anche la giunta lo difende. “Nessuno si dimetterà. Né Marino né noi”, avvertono compatti gli assessori. Il team del chirurgo dem si compatta e punta ad “andare avanti”, a “continuare l’azione di liberazione della citta’ di Roma dal malaffare, Roma se la sono gia’ mangiata. La verità è che dobbiamo restituirla e liberarla definitivamente da questa gente”.

Intanto l’inchiesta Mafia Capitale lambisce i piani alti. Il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione (Ncd) è indagato a Catania nel filone sul Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Mineo, in cui compare anche Luca Odevaine, uomo chiave dell’indagine romana. Castiglione è accusato di turbativa d’asta e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. In sostanza, secondo gli inquirenti, tra il 2011 e il 2014, da presidente della Provincia di Catania e soggetto attuatore della gestione del Cara, avrebbe favorito il Consorzio Calatino – che comprendeva, tra le altre, la coop La Cascina, coinvolta nell’inchiesta romana, e la Croce Rossa -, concedendo numerose proroghe per il centro più grande d’Europa. E costruendo, secondo l’accusa, un bando su misura per l’appalto da 100 milioni del 2014. Odevaine – membro del Tavolo nazionale immigrazione e per i pm di Roma al soldo di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi – in Sicilia faceva il consulente del consorzio, poi presidente della commissione aggiudicatrice. “Ora basta, sia fatta luce – dice Castiglione -. Sono assolutamente sereno. Se ci sarà una mia responsabilità, che io escludo assolutamente, non dovrà prendere provvedimenti qualcuno, ma li prenderò io personalmente”.