IL SILENZIO CHE GRIDA VERITÀ

Silenziose, ritte in piedi e con un libro in mano. Affollano le piazze di molte città italiane sotto lo sguardo incuriosito dei passanti. Sono le Sentinelle in Piedi, una resistenza formata da persone che vigilano su quanto accade nella società denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà. Si danno appuntamento nei centri delle città per risvegliare le coscienze intorpidite e passive di fronte al pensiero unico, per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna. Il tutto in rigoroso silenzio, a due metri di distanza l’uno dall’altro. Muti ribadiscono che non è possibile zittire le coscienze di chi ha gli occhi aperti.

La loro è una protesta senza parole perché al mondo non esiste nulla come il silenzio capace di far emergere la voce della coscienza, oggi ammutolita da un potere che tende a ridurre l’esigenza della verità. Leggono un libro per un’ora “perché in una società in cui tutto procede a una velocità che non consente all’uomo di riflettere vogliono prendersi il tempo per farlo”.

Scelgono di non parlare con i giornalisti, non cercano visibilità nei salotti televisivi. La loro è una semplice “amicizia laica, fondata sulla condivisione di un bene oggettivo”. Spesso capita che le veglie vengano contestate: alcuni gruppi di persone si danno appuntamento per insultarle, schernirle, offenderle, provocarle. Lo scorso 23 maggio, in piazza san Silvestro a Roma, una ventina di giovani attivisti Lgtb sono arrivati fischiettando e cantando con un piccolo corteo. Giunti in piazza, questi sono stati aggrediti da un gruppo di violenti che non avevano nulla a che vedere con la manifestazione pacifica delle Sentinelle. Uno schiaffo alla libertà di espressione. Immediatamente sono intervenute le forze dell’ordine già presenti sul posto.

Gli attivisti sono rimasti nella stessa piazza a cantare e gridare slogan contro l’omofobia, affermando che il silenzio delle Sentinelle è omofobia, urlando a gran voce: “Ci ha rotto sta gente che è convinta che vadano bene solo uomini e donne”, schernendo anche, con sarcasmo, le forze dell’ordine. Quello che è accaduto a Roma è successo in altre piazze. Provocazione alle quali le Sentinelle hanno risposto con la loro semplice presenza silenziosa. Sul sito delle Sentinelle si legge che loro unica “antagonista è la cultura che vuole rispondere ai desideri del cuore con soluzioni preconfezionate, sprazzi di emozioni effimere”.

Non sono gli omosessuali i nemici. I cosiddetti “Lgtb” troppo volte si arrogano il diritto di parlare per conto di tutte le persone con attrazioni omosessuali non tenendo per niente conto del fatto che molte fra queste sono contrarie alla declinazione dei diritti in base alle emozioni o attrazioni sessuali.

Tra le Sentinelle ci sono anche omosessuali che ritengono che “la differenza tra eterosessuali e omosessuali è una menzogna creata per dare risposta al dolore di generazioni intere che non riescono più a riconoscersi come uomini o come donne. Esiste un solo mondo e una sola natura: quella umana. E l’unica differenza reale in questa natura è quella tra maschile e femminile. L’unica differenza la cui unione può generare la vita.

Questa non è omofobia. “Dire che due omosessuali non possono avere figli non è omofobia”, si legge nella lettera di uno scrittore trentenne con tendenze omosessuali “stanco di sentire le associazioni gay parlare in mio nome su ciò che ritengono io dovrei pensare”. Non è obbligatorio essere cattolici o appartenere ad uno specifico schieramento politico per “sostenere l’evidenza della realtà. Basta essere persone di buon senso e riconoscere che una cosa non può cambiare la sua natura solo perché le si cambia nome. Ne sì possono attribuire nomi uguali a cose diverse. Non possiamo più voltarci dall’altra parte.”