FRANCIA E GERMANIA TENDONO LA MANO ALLA GRECIA: NON USCIRA’ DALL’EURO

“Angela Mekel e Francois Hollande hanno offerto aiuto alla Grecia”. Dopo le dichiarazioni della numero uno del Fondo monetario internazionale (Fmi), Christine Lagarde, sulla possibilità di un’uscita di Atene dall’euro, la tanto temuta Grexit, poi corrette attribuendole a un errore di traduzione, oggi a prendere posizione è il fronte dei Paesi che intendono invece tentare ogni strada per far sì che il Paese non abbandoni l’Eurozona. Con tutte le conseguenze per i creditori e per gli altri Stati “deboli” dell’area, a partire da Italia e Spagna. Il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ha fatto sapere che la Cancelliera e il presidente francese, nella conference call di giovedì sulla crisi greca, hanno proposto aiuto per arrivare a una soluzione che permetta che “Atene resti nell’euro”.  Quanto alle parole di Lagarde, “non partecipiamo a speculazioni”, ha detto Seibert. Che ha però risposto all’affermazione secondo cui gli Stati europei dovrebbero “dare più ossigeno ai greci”: “C’è sempre stata flessibilità da parte dei partner dell’eurozona e ci sono state delle proroghe”, ha ricordato.

Sulla stessa linea il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che ha confermato: “Stiamo lavorando su un unico scenario: tenere la Grecia nell’area euro”. E il nodo delle trattative “sarà risolto nei prossimi giorni o nelle prossime settimane”. Ma il tempo stringe, perché il 5 giugno il governo Tsipras deve rimborsare all’Fmi 305 milioni di euro. Soldi che in questo momento nelle casse elleniche non ci sono, dopo che il 12 maggio, per ripagare la rata precedente, il Paese ha utilizzato riserve depositate presso la stessa istituzione di Washington. Secondo indiscrezioni, però, c’è la possibilità di un accorpamento di tutte le scadenze di giugno in una “maxi-rata” da ripagare a fine mese, in modo da guadagnare tempo per procedere con il negoziato.

Dal G7 di Dresda è intervenuto ancora sulla situazione anche il segretario al tesoro Usa, Jacob Lew, che due giorni fa aveva chiesto a tutte le parti in causa di “fare un passo indietro” e risolvere la situazione. “È possibile che il 5 giugno non sia una scadenza cruciale per la Grecia”, ha detto, ma arriverà il momento in cui Atene “non sarà in grado di pagare i debiti”. Per cui lo stallo “deve essere risolto al più presto” e la Grecia deve presentare un “piano credibile”. In vista, ha aggiunto, ci sono comunque “trattative difficili”.