VERTICE STRAORDINARIO A BANGKOK SULL’EMERGENZA MIGRANTI

Bangkok ha autorizzato la Marina militare americana a decollare dalla Thailandia per cercare i migranti bloccati sui barconi in mare. L’ok all’operazione è stato annunciato da un esponente del governo asiatico. Fino ad oggi i velivoli statunitensi partivano da Subang, in Malesia, in attesa del permesso di Bangkok. Il ministro degli Esteri thailandese, Thanasak Patimaprakorn, ha detto che gli Usa possono iniziare subito ma devono collaborare con un centro istituito dall’aviazione thailandese. La decisione si è resa necessaria visto l’impressionate numero di “boat people” nel sudest asiatico.

Lo stesso Patimaprakorn ha aperto un vertice straordinario nella capitale con i rappresentanti di 17 Paesi per far fronte a un’emergenza che “ha raggiunto livelli allarmanti”. “Nessuno stato può risolvere questo problema da solo”, ha spiegato il ministro, invitando i partecipanti al summit ad “affrontare le ragioni che spingono queste persone a migrare”. Mentre i bengalesi migrano perlopiù per ragioni economiche, i Rohingya lasciano una Birmania dove sono discriminati sistematicamente, senza diritto alla cittadinanza ne’ a istruzione e cure mediche.

Gli analisti non si aspettano tuttavia decisioni di rilievo dal summit di oggi. Con i colloqui ancora in corso, finora nessun delegato ha menzionato il termine “Rohingya”, un nome che la Birmania non riconosce ufficialmente, definendo la minoranza di oltre un milione di persone “bengalesi clandestini”.