USA, BUSTE DI ANTRACE INVIATE PER ERRORE: SCATTA L’ALLARME

Il laboratorio militare Dugway, situato nello Stato americano dello Utah, ha inviato per errore dei campioni con spore attive di antrace ad almeno un laboratorio privato, nel Maryland. La notizia, trapelata solo il 22 maggio scorso, ha immediatamente fattoi scattare l’allarme e dei controlli a tappeto su altri possibili target. Secondo il Pentagono, dalle indagini effettuale, altri 9 centri – otto laboratori negli Stati Uniti ed una base militare in Corea del Sud – avrebbero ricevuto campioni dello stesso lotto.

In nessuno dei 9 casi ci sarebbero rischi per la salute pubblica ma, in via precauzionale, tutti i campioni in questione sono stati distrutti. “I campioni sono stati distrutti in base ai protocolli previsti”, ha affermato un portavoce del Pentagono, il colonnello Steve Warren, aggiungendo che “non ci sono pericoli per la salute pubblica e non ci sono casi sospetti o confermati di infezioni da antrace”, ma “in abbondanza di precauzione (il Dipartimento della Difesa) ha sospeso le spedizioni di questo tipo di materiale dai suoi laboratori fino a quando non sarà completata l’indagine” avviata sull’incidente.

Il laboratorio militare Dugway da cui sono partiti i campioni di antrace, le cui spore attive sono potenzialmente letali, partecipa a un programma di ricerca militare per la produzione di test finalizzati a individuare le minacce biologiche. Come l’attacco bioterroristico avvenuto in Nord America nel 2001, allorché spore di Bacillus Anthracis furono deliberatamente diffuse a mezzo di pacchi e lettere postali contenenti polvere infetta. A seguito di questi avvenimenti, si verificarono 22 casi di antrace, di cui circa la metà furono mortali.

La gravità della malattia, la capacità di diffusione aerea delle spore e la difficoltà di prevenirla e curarla efficacemente e rapidamente, hanno fatto sì che il “Centers for Disease Control and Prevention” statunitense indicasse l’antrace nella categoria “A” (massima priorità) degli agenti infettivi associati a rischio potenziale d’uso come arma biologica.