LA COREA DI JULIA FULLERTON-BATTEN TRA TRADIZIONE E MODERNITA’

“Korea”, è la mostra che racconta attraverso l’arte fotografica, la vita di un Paese fortemente diviso tra Nord e Sud, la cui distanza geografica si è annullata in seguito alla globalizzazione culturale che non ha però totalmente cancellato le tradizioni e i riti del luogo. L’evento da il via domani a ‘Visionarea’, un organismo che unisce creatività e managerialità e destinato all’arte contemporanea, dove partirà un progetto nato dall’idea dell’artista Matteo Basilé e dall’Associazione Amici dell’Auditorium Conciliazione, che si avvale del sostegno della Fondazione Terzo Pilastro.

La mostra fotografica di Julia Fullerton-Batten, curata da Clara Tosi Pamphili, descrive la Corea da un punto di vista prettamente contemporaneo. Le sue immagini, grazie alla definizione post-produttiva, accentuano ogni singolo elemento del racconto visivo, non definendo altro luogo che quello della dimensione onirica. La belleza si manifesta tra la memoria delle tradizioni e la modernità dei contesti. Tra i soggetti principali le donne coreane ritratte nei loro meravigliosi kimono ‘hanbok, sembrano figure non umane, che vivono sullo sfondo di una Seoul fredda senza fondersi mai con l’ambiente. Dalle fotografie le donne sembrano dei fiori e il colore dell’immagine non aggiunge valore visivo ma annulla ogni tensione umana.

“Visionarea”, che ospita la mostra di Fullerton-Batten, “è un’iniziativa unica a Roma – spiega il presidente della Fondazione Terzo Pilastro – perché non solo spazio espositivo e luogo di incontro fra onnivori della cultura, ma è anche un incubatore di idee, un osservatorio privilegiato sull’arte contemporanea e, in un futuro si spera non lontano, un polo di produzione di progetti per artisti di tutto il mondo”.