ISIS, ANCHE LE DONNE PARTECIPANO ALLA COSTRUZIONE DELLO STATO ISLAMICO

L’ultima provocazione dell’Isis rivolta alla famiglia Obama risale a qualche giorno fa, quando sul magazine Dabiq, una delle riviste ufficiali del Califfato,  è spuntato un articolo in cui si definiva Michelle, la moglie del presidente, una “prostituta che vale un mezzo di denaro”. Oltre la gratuita offesa, ciò che colpisce è il fatto che a firmare il pezzo sia stata Umm Sumayyah Al-Muhajirah, una delle molte donne che ha deciso di prendere parte alla formazione dello Stato Islamico.

Si tratta della categoria delle “muhajirat”, letteralmente “viaggiatrici” ma il cui significato si estende al termine “spose pellegrine”. Secondo quanto emerso dagli studi del “Centre for the Study of Radicalisation” al King College di Londra, le donne costituiscono ben il 10% dei terroristi in Europa. La maggior parte vengono dalla Francia, a seguire Gran Bretagna e Germania. Seppure da Paesi diversi, le accomuna uno stesso desiderio: unirsi ad un combattente della jihad per poter procreare a contribuire così alla creazione dello Stato Islamico. “Queste donne – ha spiegato Melanie Smith del King’s College – compiono una sorta di pellegrinaggio, il “Hijrah” ossia il viaggio alla Mecca che tutti i musulmani devono compiere almeno una volta nella vita” per essere coinvolte nel ben più ampio progetto coordinato da al Baghdadi.

Non solo più casalinghe, la figura femminile all’interno dell’Isis sta gradualmente trasformandosi, fino a raggiungere in alcuni casi un ruolo centrale, come dimostra l’arresto della moglie di Abu Sayyaf, l’importante leader del Califfato rimasto ucciso durante gli scontri con le forze armate americane. La donna infatti sarebbe coinvolta nell’organizzazione del mercato di yazide, le ragazze vendute come schiave ai terroristi. Molte altre invece hanno espresso il desiderio di prendere parte alle esecuzioni capitali degli ostaggi, è il caso di Khadija Dare, la 22enne originaria di Londra che ha dichiarato su Twitter la volontà di voler decapitare gli “infedeli occidentali”. In altre situazioni ancora, come è capitato a Raqqa, è nata la prima brigata femminile Al Khansa dove lo donne hanno assunto il ruolo di combattenti.