ARABIA SAUDITA, L’ISIS RIVENDICA LA STRAGE NELLA MOSCHEA SCIITA

E’ il primo attacco dell’Isis all’Arabia Saudita sebbene non sia stato possibile verificare l’attendibilità della rivendicazione. Una strage, con almeno venti persone morte e 100 ferite. E’ avvenuta nella moschea sciita dell’imam Ali di Kudeih che si trova nella provincia orientale di Qatif. Su un account Twitter indicato come braccio mediatico del Califfato, si afferma che Abu Amer an Najdi, originario della regione saudita del Nejed, si è “infiltrato nel tempio” facendosi esplodere durante la preghiera del venerdì. I jihadisti hanno promesso “altri giorni bui” per gli sciiti finché non “saranno cacciati dalla Penisola Arabica”. Infatti l’Isis si dice ostile sia degli sciiti e dell’Iran, sia del regime dei Saud, considerato usurpatore del titolo di “custode dei due luoghi santi”, Mecca e Medina.

L’area in cui si verificato l’attentato, ricca di risorse energetiche, è abitata in prevalenza da sciiti e vive da decenni un forte antagonismo col governo centrale di Riad, sospettoso nei confronti di una comunità accusata da più parti di fare il gioco della Repubblica islamica. La coalizione guidata dalla stessa monarchia del Golfo ha ripreso intensi i raid aerei contro postazioni di miliziani sciiti in Yemen, sostenuti almeno politicamente dall’Iran, storico rivale della casa dei Saud. In un nuovo bilancio diffuso dall’Onu, in due mesi di attacchi aerei sono stati uccisi in Yemen oltre 200 minori. L’Arabia Saudita, inoltre, partecipa alla coalizione internazionale capitanata dagli Stati Uniti contro l’autoproclamato Stato islamico.