VENEZUELA, GLI USA ACCUSANO DIOSDADO CABELLO: “E’ COLLUSO CON I NARCOS”

Il numero due del partito al governo del Venezuela, l’uomo forte del Paese bolivariano, nonché presidente del Parlamento, Diosdado Cabello, è indagato per narcotraffico dalla Dea, l’agenzia Usa antidroga, e dal ministero della Giustizia di Washington. Funzionari del governo Obama hanno confermato al “Wall Street Journal” che le prove raccolte contro Cabello “sono consistenti”, che dimostrerebbero che il politico è a capo di un gruppo narcos denominato “Cartel de los Soles”, nel quale ci sarebbero anche alti ufficiali delle Forze armate venezuelane e altre personalità del movimento chavista.

Non è la prima volta che se ne parla. Già qualche anno fa, funzionari del governo di Bogotà sostenevano che generali delle Forze armate di Caracas proteggevano il traffico di cocaina dalla Colombia e che questo passava per alcuni porti del Paese vicino. Con il passare del tempo, dopo averlo tollerato, i generali venezuelani avrebbero iniziato a dirigere il traffico di droga dalla Colombia verso gli Stati Uniti. Questo è ciò che è emerso dalle dichiarazioni giurate di Leasmy Salazar, ex capo della sicurezza personale di Hugo Chavez, che si è rifugiato negli Stati Uniti. Le informazioni di Salazar sono state anche confermate da altre fonti e, da alcuni mesi, l’agenzia antidroga Usa insieme a procuratori federali di New York e Miami istruiscono il caso grazie alle testimonianze di ex narcos, di informatori vicini agli alti funzionari venezuelani, e disertori delle Forze armate. Sottolinea il “Wall Street Journal” che la profonda crisi politico economica del Venezuela successiva alla morte di Chavez ha facilitato il reclutamento di informatori e che questi hanno portato prove per le indagini che ora potrebbero concludersi con una messa in stato d’accusa di Cabello negli Usa.

Alla vigilia della morte di Chavez, Diosdado era uno degli aspiranti alla successione come l’uomo forte legato alle Forze armate nel regime, ma il leader si inclinò a favore di Maduro, soprattutto perché garantiva molto di più quell’alleanza con Cuba dei fratelli Castro che considerava intoccabile dal punto di vista dell’ideologia. Fu allora che il filo cubano socialista Maduro e il militare Cabello strinsero un patto di non belligeranza, conservando però intatte le loro rispettive sfere d’influenza. Così l’indagine contro Cabello andrebbe letta anche nella chiave del nuovo scenario aperto dalla svolta nelle relazioni fra Cuba e gli Usa.