SCUOLA, IL GARANTE STOPPA IL BLOCCO DEGLI SCRUTINI: “E’ ILLEGITTIMO”

Il dibattito sul ddl Buona Scuola entra nel vivo. Le proteste degli insegnanti non hanno scoraggiato la maggioranza e oggi il testo è sbarcato in Aula alla Camera per la discussione. Nei giorni scorsi i sindacati hanno incontrato i vertici del governo bocciando le modifiche al disegno di legge del ministro Stefania Giannini. “Non sono sufficienti” è stato il commento concorde dei leader di Cgil, Cisl e Uil che hanno annunciato il prosieguo della mobilitazione iniziata lo scorso 5 maggio con manifestazioni e sit in in tutta Italia. Dopo lo sciopero degli Invalsi il prossimo passo potrebbe essere il blocco degli scrutini da parte degli insegnanti.

Ma sul punto c’è da registrare lo stop da parte dell’Autorità garante degli scioperi che ha bollato come “illegittima e dannosa” tale forma di protesta. “Spero davvero che il ricorso allo strumento della precettazione resti solo un’opzione teorica – ha detto il presidente Roberto Alesse – perché, in caso di blocco degli scrutini, sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali)”: E tuttavia Alesse ha chiarito che “non c’è alcuna comunicazione ufficiale di uno sciopero finalizzato a bloccare gli scrutini, ma, anzi, assisto ad incoraggianti segnali di disponibilità e di dialogo sia da parte del Governo, che da parte dei Sindacati più responsabili”.

Questo, aggiunge, “è il tempo della responsabilità. E’ necessario trovare un punto di convergenza per evitare che le proteste assumano forme eclatanti, con azioni illegittime che danneggerebbero soprattutto gli studenti e le loro famiglie. La concertazione resta, anche in questo caso, la via maestra per evitare strappi, che lacererebbero il tessuto sociale del Paese. Noi faremo la nostra parte, assicurando il rispetto rigoroso della legge sul diritto di sciopero a tutela degli utenti”.

Tornando alla riforma il ministro Giannini, intervenuto alla Camera, ha spiegato: “Abbiamo affrontato il tema del precariato scolastico non con la fretta di chi vuole rimuovere un problema ma con l’urgenza di chi vuole risolverlo e non rimandarlo”. Il responsabile della Pubblica Amministrazione ha chiarito che la discussione sulla riforma della scuola non tollera “né semplicismi né semplificazioni. Chi ha contestato con animosità il ddl anche se con molte inesattezze ha espresso la stessa passione di chi vuole riformare la scuola italiana e renderla migliore”. Il ministro ha poi ribadito che per arrivare al testo in discussione “abbiamo lavorato per un anno, un lavoro lungo e intenso che ha coinvolto maggioranza e opposizioni”.