YEMEN, I RIBELLI SCIITI VIOLANO IL CESSATE IL FUOCO

Dopo il raid della coalizione a guida saudita degli scorsi giorni in Yemen, che aveva causato la morte di 90 persone, mentre altre 300 erano state ferite, è entrata in vigore da martedì sera la tregua umanitaria proposta dall’Arabia Saudita e dai Paesi alleati. Alle 23 ora locale (le 22 in Italia) sono cessati i raid aerei sauditi anche se qualche ora dopo è stata registrata una prima violazione del cessate il fuoco. Secondo quanto riferisce Al Jazeera, i ribelli sciiti dell’imam Abdel Malik al Houthi avrebbero lanciato alcuni missili su una zona residenziale di Taiz, a sud di Sana’a. Violazioni simili si sono verificate anche a Dalia, nel sud del paese, e a Mareb nell’est. Inoltre si registra che subito dopo l’inizio della tregua un folto gruppo di miliziani sciiti ha tentato di assaltare la citta’ di Dalia ma i miliziani fedeli al presidente Abde Rabbo Mansur Hadi sono riusciti a respingerli.

Nel frattempo il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha invitato le Nazioni Unite a trovare una soluzione politica alla crisi nel Paese per fermare i raid aerei della coalizione guidata dall’Arabia saudita. In una conversazione telefonica con il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, il capo della diplomazia iraniana ha detto che “i crimini commessi contro il popolo yemenita sono una chiara violazione del diritto internazionale”. Inoltre Zarif ha sottolineato che questi crimini hanno incentivato la nascita di gruppi estremisti e terroristi, aumentando così la già delicata situazione umanitaria. “La soluzione alla crisi in Yemen – ha detto Zarif – è solo politica e passa attraverso la formazione di un governo inclusivo, con l’aiuto di tutte le forze politiche, senza l’interferenza dei paesi stranieri. La soluzione militare non giova a nessuno”.

Il nuovo inviato delle Nazioni Unite per lo Yemen è arrivato ieri nella capitale Sana’a a poche ore dall’inizio della tregua di cinque giorni scattata nella notte. Ahmed dovrà cercare di ripristinare il dialogo politico interrotto quando il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi è fuggito dal paese lo scorso febbraio.