STRAGE DI MIGRANTI, IL PROCURATORE DI CATANIA: “SAREBBERO 800 I MORTI”

Potrebbero essere 800 e non 700 le vittime del naufragio di migranti dello scorso 18 aprile, avvenuto ala largo della Libia. Lo ha dichiarato il Procuratore di Catania, Giovanni Salvi, durante una conferenza stampa tenuta dopo la localizzazione del barcone affondato. Il procuratore ha aperto un’inchiesta sulla strage, affermando che il “natante trovato dalla Marina è compatibile con queste cifre” e che al suo interno sono stati avvistati molti corpi.

“Valuteremo la possibilità di recuperare il relitto in base all’esigenza di accertare se i portelloni erano chiusi o aperti”, ha sottolineato il procuratore salvi, spiegando che da questo elemento dipende l’accusa che sarà contestata ai due scafisti, il comandante tunisino e il suo aiutante siriano, entrambi arrestati dalle forze dell’ordine. “Dopo aver esaminato i filmati, faremo una valutazione tecnica – ha detto il procuratore – un portellone era aperto, l’altro, quello di poppa, era chiuso, ma bisognerà stabilire se si sia chiuso a causa del naufragio”.

Nella giornata di ieri, infatti, la Marina Militare ha effettuato una prima perlustrazione del relitto che si è inabissato ad una profondità di circa 370 metri. Inoltre, dalle immagini si sono potuti vedere i segni dell’impatto sulla parte anteriore dell’imbarcazione e sulla fiancata sinistra. “Ci sono molti morti, molti dei quali all’interno della stiva inferiore – ha aggiunto Salvi – anche se non possiamo dire con certezza quanti, ma acnhe questo è riscontrato dalle dichiarazioni dei testimoni”.