INDIA: IL GOVERNO CANCELLA UN RADUNO CRISTIANO PER “MOTIVI DI ORDINE PUBBLICO”

Per “ragioni di ordine pubblico” un raduno pentecostale che era in programma oggi in Madhya Pradesh, India, è stato cancellato. Le autorità del distretto di Dhar, hanno revocato ieri sera i permessi concessi alla comunità. A riguardo ha commentato anche Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Cgic), definendo quanto accaduto “una vergogna per le credenziali laiche dell’India”. I permetti erano stati ottenuti lo scorso 15 aprile dal rev. Bharat Singh Mehda, con  alcune condizioni poste dalle autorità, ovvero le attività si sarebbero dovute svolgere dalle 8 del mattino alle 11 di sera, sarebbe stato vietato l’uso degli altoparlanti, ed era sconsigliato l’uso di slogan “sgradevoli”. Poi, “ci hanno detto all’ultimo momento – spiega il pastore pentecostale – che i permessi erano stati revocati”, ma “molti partecipanti, provenienti da tutto il Paese, sono già qui”, per non contare i soldi che sono stati spesi per organizzare l’evento.

Ogni anno circa 1000 persone partecipano al raduno, e per quest’anno erano attesi oltre 5mila fedeli. K Sharma, massima autorità nel distretto, ha spiegato che il permesso è stato revocato perché gli organizzatori avevano tenuto l’amministrazione “all’oscuro del possibile esito dell’evento”. Ha inoltre aggiunto che sono liberi di tenere piccoli incontri di preghiera nella chiesa locale, ma “nessuna grande funzione sarà concessa”.

Il governo del Mahya Pradesh – sottolinea il leader cristiano – non è nuovo a tenere eventi religiosi su larga scala”, dunque la presenza di molte persone è solo una scusa per la cancellazione. Infatti il Cgic ha le prove di elementi radicali che abitualmente interrompono le preghiere nelle abitazioni private,  o di fedeli picchiati per aver pregato nelle loro case, elementi che confermerebbero una diffusa discriminazione religiosa. Già Nell’ottobre 2014 il governo del Madhya Pradesh ha cancellato un altro raduno cristiano, adducendo come motivazione “possibili disturbi alla pace”. In realtà dietro questa scelta vi erano diverse organizzazioni radicali indù, in protesta da giorni per il matrimonio di un ragazzo cristiano con una ragazza indù.