SECONDA GUERRA MONDIALE, IL GIAPPONE RENDE ONORE AI CADUTI AMERICANI

In uno storico intervento davanti al congresso di Washington, il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha espresso le proprie “eterne condoglianze” per i soldati statunitensi uccisi durante la seconda guerra mondiale, e il “profondo rimorso” per le sofferenze provocate dal Giappone in Asia durante il conflitto. Abe è stato il primo premier giapponese a essere ricevuto con tutti gli onori a Capitol hill. Certo, non ha riconosciuto esplicitamente che il suo fu un Paese aggressore e non si è scusato per le “donne-conforto” costrette alla prostituzione durante il conflitto, ma ha trovato varie espressioni significative per sottolineare che il suo Paese è cambiato grazie a un’America di cui ora vuole essere il miglior alleato in un ruolo più attivo per la sicurezza internazionale.

“Miei cari amici” ha detto, tra gli applausi bipartisan di repubblicani e democratici, “da parte del popolo giapponese offro con profondo rispetto le mie eterne condoglianze per le anime di tutti gli americani che hanno perso la vita durante la seconda guerra mondiale”. Le parole hanno segnato una svolta per il Paese, dato che prima d’ora aveva sempre rifiutato di esprimere le proprie responsabilità. Tra le prime reazioni si segnala quella molto negativa del congressman nippo-americano Mike Honda, che aveva portato una “donna-conforto” coreana che oggi ha 87 anni ad ascoltare il discorso: per Honda è stato scioccante e vergognoso che Abe non abbia riconosciuto direttamente le responsabilità storiche del suo Paese, sì si sia scusato per le “donne-conforto”, dicendo genericamente che sono le donne a soffrire di più durante le guerre.

Il successo del viaggio americano di Abe – che prosegue in California – sta nella sta nella dimostrazione della solidità dell’alleanza con gli Usa e nel suo “upgrading” annunciato dai rispettivi ministri della Difesa e degli Esteri: una alleanza militare che si estende al mondo e non sarà più limitata ai confini dell’arcipelago. E Abe porta a casa il rinnovato impegno degli Usa a difendere anche le remote isole Senkaku, rivendicate dalla Cina.