LAVORO: BOOM DEI CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO

Il contratto a tutele crescenti, architrave del Jobs Act, inizia a produrre effetti. A marzo le assunzioni a tempo indeterminato sono state 162.498 con un aumento del 49,5% rispetto alle 108.647 di marzo 2014. Grazie alla decontribuzione (ma nel mese sono anche entrate in vigore nel mese delle regole sul contratto a tutele crescenti) le assunzioni fisse sono state il 25,3% del totale delle attivazioni a fronte del 17,5% di un anno prima. Scendono invece sia le attivazioni a tempo determinato (da 395.000 a 381.234), i contratti di apprendistato (da 21.037 a 16.844) e le collaborazioni (da 48.491 a 36.460).

Secondo le tabelle del ministero sulla base di dati provvisori e al netto della pubblica amministrazione e del lavoro domestico, le attivazioni a tempo indeterminato a marzo sono state di oltre 31.000 unita’ superiori alle cessazioni di questa tipologia contrattuale nel mese (162.498 attivazioni a fronte di 131.128 cessazioni). Le attivazioni a tempo determinato (381.234) a marzo sono diminuite rispetto alle 395.000 di marzo 2014 ma comunque sono state superiori alle 310.566 cessazioni del mese generando quindi un attivo di oltre 70.000 contratti.

L’incidenza nelle attivazioni sul totale dei contratti è passata dal 63,7% del marzo 2014 al 59,4% attuale. Per l’apprendistato si è registrato un calo con 16.844 assunzioni a fronte delle 21.037 di un anno prima ma comunque un dato migliore delle cessazioni (14.953). Per le collaborazioni, in questo periodo meno convenienti sotto il profilo della contribuzione, si è avuto un crollo nelle attivazioni da 48.491 del marzo 2014 a 36.460 (-24,8%) con un saldo negativo rispetto alle cessazioni attuali (46.173) di quasi 10.000 unita’. A marzo – segnala il ministero – sono state 40.034 le trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, quasi il doppio rispetto alle 22.116 trasformazioni di marzo 2014.