ANCORA RAID IN YEMEN, OBAMA AMMONISCE L’IRAN: “NON FORNITE ARMI AI RIBELLI”

Ancora raid della coalizione araba guidati dall’Arabia Saudita: nel mirino postazioni dei ribelli nella città di Taez, che ha preso il controllo della base di una brigata militrare. Gli attacchi arrivano nonostante la conclusione dell’offensiva aereo-navale denominata “tempesta decisiva”, annunciata dai sauditi. Infatti proprio ieri la coalizione araba aveva dichiarato la fine della campagna sullo Yemen denominata “Firmness Storm” per dare il via all’operazione “Restauration of Hope” (Ricorstruzione della speranza), secondo quanto stabilito dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Una decisione presa su richiesta del presidente yemenita Abd Rabbo Mansur Hadi che il mese scorso era fuggito dalla città portuale di Aden, nel Sud del Paese, per rifugiarsi a Riad.

Sabato però Obama aveva telefonato al re saudita Salman, facendo capire al sovrano che in Yemen avrebbe preferito una soluzione politica e non solo militare. Ma oggi è arrivata la notizia di nuovi scontri a Sud, che hanno spinto la coalizione araba a colpire di nuovo i ribelli. L’ultimo raid ha avuto come obiettivo i depositi di armi sull’area montuosa di Faj Atan, alle porte della capitale Sanaa, dove si pensa fossero custoditi anche i missili Scud caduti nelle mani dei ribelli. I morti dopo quasi quattro settimane di bombardamenti sono oltre 900. Secondo i testimoni, scontri a fuoco sono stati segnalati questa mattina ad Aden, seconda città dello Yemen, a Taez, Dhaleh e a Huta.

Gli stati uniti intanto hanno deciso di mantenere alcune navi da guerra “nella regione del Golfo Persico per garantire la libertà di navigazione”, afferma il presidente americano Barack Obama, aggiungendo che gli Usa hanno detto agli iraniani che “se ci fossero consegne di armi alle fazioni yemenite, questo potrebbe minacciare la navigazione e sarebbe un problema”. Il coinvolgimento iraniano in Yemen, ha detto ancora Obama, può solo complicare la ricerca di una soluzione del conflitto tra le forze governative e ribelli sciiti Houti: “Quello che dobbiamo fare – ha detto – è portare tutte le parti a un tavolo e trovare un accordo politico. Abbiamo indicato agli iraniani – ha aggiunto – che devono essere parte della soluzione, non parte del problema”.

Il dispiegamento di una portaerei degli Stati Uniti al largo delle coste dello Yemen è focalizzato a garantire il libero flusso del commercio e la libertà di movimento nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso, ha detto il portavoce Josh Earnest. affermando che il dispiegamento della “Theodore Roosevelt” non è legato al trasporto delle armi nelle navi da guerra iraniane agli Huthi, sottolineando tuttavia che gli Stati Uniti sono preoccupati per il sostegno iraniano ai ribelli.