AL TEATRO ARGENTINA DI ROMA RIAPPARE L’ ENEIDE DI KRYPTON

Il prossimo martedì 21 aprile torna sul palcoscenico del Teatro Argentina a distanza di trent’anni, Eneide di Krypton – Un nuovo canto. Scritto e diretto da Giancarlo Cauteruccio, l’opera riprende vita, nella versione nuova di un “concerto/teatro”, un’insieme di suono e voce, una mistura tra musica rock e dialoghi teatrali: il tutto senza tradire l’essenza dei brani storici e confrontandosi allo stesso tempo con la storia presente al fine di sperimentare un nuovo successo artistico. Al suo debutto al Teatro Studio di Scandicci nel 2014 e dopo una tournee realizzata nell’inverno 2015 in per l’italia, tra cui il Teatro Rossini di Pesaro e l’Opera di Firenze, ha ottenuto un grande successo.

Trent’anni fa Eneide di Krypton, diretta da Cauteruccio e con le musiche originali dei Litfiba, fu uno spettacolo cult che provocò una rivoluzione estetica nella ricerca teatrale: la rappresentazione multimediale di un poema epico in cui l’elemento narrativo della luce e il tratto stilizzato dei performer rendevano un’immagine sfolgorante del nuovo teatro italiano. L’opera divenne protagonista nei maggiori teatri del nostro paese fino ad essere messa in scena nel 1984 al Teatro “La Mama” di New York per il festival “Benvenuto” New Theatre Italy.

Lo spettacolo quindi si presenta con una veste nuova: l’esperienza maturata, le nuove possibilità elettroniche in campo musicale e scenografico, dove i quattro artisti entrano direttamente in scena e dove la musica dal vivo, insieme alla voce del regista, attore e anche cantante, e all’intensa voce off di Ginevra Di Marco per il personaggio di Lavinia, si combinano in un’azione fisica e strumentale. “Questa nuova Eneide si trasforma in una immersione emozionale in quelle notti di trent’anni fa trascorse a pensare come affrontare il poema, come fuggire dalle parole per tradurle in immagini e in suoni, con lo sguardo più di un pittore che di un regista – spiega Cauteruccio – I quadri scenici che scaturiscono dall’esercizio di sottrazione, dalla ardua sintesi di un’opera gigantesca, ora accolgono la parola attraverso un testo che ho ricomposto per frammenti, come una canzone scritta per ciascun quadro. Inutile sottolineare in che misura l’approdo di Enea sulle coste libiche evochi gli sbarchi che segnano tragicamente il tempo presente. Così come la sacralità dell’accoglienza riservata agli stranieri fuggiaschi da Troia distrutta, espressa nelle parole di Didone, faccia inevitabilmente riflettere sull’emergenza dei nostri giorni. E come amore e morte, così legati simbolicamente, e le battaglie di conquista ancora oggi narrino parte dell’esistenza umana, in un’epoca in cui in Europa si sente parlare di una terza guerra mondiale”.