25 APRILE, PARTIGIANI ALLA CAMERA. MATTARELLA: “NO A PERICOLOSE EQUIPARAZIONI”

Si è conclusa con Bella Ciao la prima visita dei partigiani alla Camera dei Deputati, avvenuta in vista del 70esimo anniversario della Liberazione che cade il prossimo 25 aprile. “Oggi voi siete qui non come ospiti ma come padroni di casa” ha detto sorridendo Laura Boldrini, ricordando la lotta per la costruzione della democrazia durante gli anni della guerra civile. “La Costituzione repubblicana, che ha consentito al popolo italiano di ritrovare nel Parlamento il presidio dell’esercizio delle libertà e dei diritti fondamentali, è figlia della Resistenza antifascista – ha aggiunto il Presidente della Camera – il senso di questa iniziativa si ritrova in alcune parole che hanno risuonato in quest’aula, quando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affermato che garantire la Costituzione significa ricordare la Resistenza e il sacrificio dei tanti che settant’anni fa liberarono l’Italia dal nazifascismo”.

All’incontro con gli ex combattenti c’era anche il Capo dello Stato che ha rivolto un commosso messaggio ai presenti. Il suo intervento è partito da una premessa d’obbligo: non paragonare i due schieramenti che si fronteggiarono in quegli anni. “La ricerca storica deve continuamente svilupparsi – ha scritto -ma senza pericolose equiparazioni fra i due campi in conflitto nella lotta di Liberazione nazionale dal nazifascismo. La Resistenza, prima che fatto politico, fu soprattutto rivolta morale, questo sentimento, tramandato da padre in figlio, costituisce un patrimonio che deve permanere nella memoria collettiva del Paese”. Mattarella ha definito la Liberazione “l’evento centrale della nostra storia recente. Ai Padri costituenti non sfuggiva il forte e profondo legame tra la riconquista della libertà, realizzata con il sacrificio di tanto sangue italiano dopo un ventennio di dittatura e di conformismo, e la nuova democrazia”. In questo senso la “Costituzione, nata dalla Resistenza, ha rappresentato il capovolgimento della concezione autoritaria, illiberale, esaltatrice della guerra, imperialista e razzista che il fascismo aveva affermato in Italia, trovando, inizialmente, l’opposizione di non molti spiriti liberi”.

Il Presidente ha ricordato: “la sofferenza, il terrore, il senso d’ingiustizia, lo sdegno istintivo contro la barbarie di chi trucidava civili e razziava concittadini ebrei sono stati i tratti che hanno accomunato il popolo italiano in quel terribile periodo. Un popolo composto di uomini, donne e persino ragazzi, di civili e militari, di intellettuali e operai ha reagito anche con le armi in pugno, con la resistenza passiva nei lager in Germania, con l’aiuto ai perseguitati, con l’assistenza ai partigiani e agli alleati, con il rifiuto, spesso pagato a caro prezzo, di sottomettersi alla mistica del terrore e della morte”.