DIAZ, UN EX AGENTE: “LO RIFAREI MILLE VOLTE”

“Io sono uno degli 80 del VII Nucleo. Io era quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte”. E’ quanto avrebbe scritto sul suo profilo Facebook Fabio Tortosa, poliziotto di 42 anni. IL commento è del 9 aprile, solo due giorni dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo aveva condannato l’Italia per tortura per i fatti accaduti durante il G8 di Genova nella scuola Diaz.

Dopo la pubblicazione del post sul social, il profilo di Tortosa è stato chiuso, non è ancora chiaro se a farlo sia stato lo stesso poliziotto o le autorità. Nonostante il messaggio non sia più visibile, sembrerebbe che siano molti i commenti arrivati a sostegno del poliziotto, ma ci sarebbero anche pareri diversi.

“Ci sono due verità, quella con le lettere maiuscole e quella processuale – avrebbe scritto ancora Tortosa – La verità processuale si è conclusa con una condanna di alcuni vertici della Polizia di Stato delineata da da tale Zucca e i suoi sgherri che tengo a sottolineare non essere infallibili, basti vedere la loro storia, storia di assoluzione del reato di omicidio di tale Luca Delfino resosi poi responsabili di un altro omicidio ai danni di un’altra donna”.

Dopo la pubblicazione del post su Facebook sono in corso verifiche da parte del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, per accertare se si tratti del suo account ufficiale o di un falso e “laddove effettivamente dovesse trovarsi conferma che le stesse sono state opera di un appartenente alla polizia di stato, si avvieranno le conseguenti procedure disciplinari, laddove l’autorità giudiziaria non dovesse ravvisare profili di rilevanza penale”.

Sulla questione nella serata di ieri è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il quale ha dichiarato che non ci sono stati “capri espiatori” sulle violenze alla Diaz, ma “ancora non è stata fatta chiarezza fino in fondo”. “Genova è stata una pagina terribili per quelli della mia generazione, ne porteranno i segni per sempre”, ha aggiunto Renzi. “Faremo presto chiarezza su fatti di simile gravità. Con tutta la celerità necessaria e con il dovuto rigore, valuteremo il comportamento del poliziotto”, ha concluso il ministero dell’interno Angelino Alfano.