IL PONTEFICE AI LEADER AMERICANI A PANAMA: “SOLIDARIETÀ VERSO I PIÙ POVERI”

“La inequità, la ingiusta distribuzione delle ricchezze e delle risorse, è fonte di conflitti e di violenza fra i popoli, perché suppone che il progresso di alcuni si costruisca col necessario sacrificio di altri e che, per poter vivere degnamente, bisogni lottare contro gli altri”. E’ uno stralcio del messaggio di Papa Francesco al VII Vertice delle Americhe in svolgimento a Panama dal 10 all’11 aprile. Il testo, in lingua spagnola, è stato letto dal segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin alla presenza di 33 leader del continente. Nonostante il benessere raggiunto, ha osservato il Pontefice, “continuano ad esserci disuguaglianze ingiuste, che offendono la dignità delle persone. La grande sfida del nostro mondo è la globalizzazione della solidarietà e della fraternità al posto della globalizzazione della discriminazione e dell’indifferenza”.

Dinanzi al divario tra ricchi e poveri il vescovo di Roma ha puntato il dito contro “la teoria del ‘gocciolamento’ e della ‘ricaduta favorevole’” sottolineando come non sia “sufficiente sperare che i poveri raccolgano le briciole che cadono dalla tavola dei ricchi”, ma siano “necessarie azioni dirette a favore dei più svantaggiati, l’attenzione per i quali, come quella dei più piccoli all’interno di una famiglia, dovrebbe essere prioritaria per i governanti”. Il successore di Pietro si è soffermato anche sul problema dell’immigrazione denotando che molte persone “diventando facile preda del traffico delle persone e del lavoro schiavizzato, senza diritti, né accesso alla giustizia”.

“Sono situazioni – ha soggiunto – nelle quali non basta salvaguardare la legge per difendere i diritti fondamentali della persona, nelle quali, la norma, senza pietà e misericordia, non risponde alla giustizia”. Infine ha evidenziato che “differenze scandalose e offensive” esistono anche all’interno di uno stesso Paese, “ specialmente tra le popolazioni indigene, nelle zone rurali o nelle periferie delle grandi città”. “Senza un’autentica difesa di queste persone contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza – ha concluso – lo Stato di diritto perderebbe la propria legittimità”.