FUMATA GRIGIA SUL NUCLEARE. TRATTATIVE A OLTRANZA

Ancora nessun accordo sul nucleare. Prosegue a oltranza la maratona all’hotel Beau Rivage Palace di Losanna, in Svizzera tra Iran e gruppo 5+1 (i cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza più la Germania). Dai rappresentanti di Iran e Russia trapela la convinzione che nelle prossime ore l’intesa sarà messa nero su bianco, mentre le potenze occidentali sembrano meno certe di una soluzione positiva. Per determinare i dettagli tecnici ci sarà tempo fino alla fine di giugno. Il più ottimista è il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che ieri sera aveva annunciato l’accordo su “tutti gli aspetti chiave” del negoziato, ovvero il timing della revoca delle sanzioni, le capacità iraniana di arricchimento dell’uranio e gli anni di validità dell’intesa.

Di progressi “molto positivi” aveva parlato il suo omologo iraniano, Mohammad Javad Zarif, il quale aveva auspicato che una bozza di intesa potesse essere preparata nella giornata odierna. Uno dei negoziatori iraniani, Hamid Baeedinejad, citato dall’agenzia Irna, ha confermato che la Repubblica islamica e il gruppo 5+1 hanno trovato la quadra anche sulla spinosa questione delle sanzioni contro Teheran. I Paesi occidentali, tuttavia, frenano e non si mostrano così ottimisti. Il Dipartimento di Stato Usa ha riconosciuto che nelle ultime ore sono stati fatti “abbastanza progressi” al punto da proseguire con i negoziati oltre la mezzanotte, pur ammettendo che “alcune questioni” rimangono da risolvere.

Il presidente Usa, Barack Obama, nella notte si è collegato in videoconferenza con la delegazione americana guidata dal segretario di Stato, John Kerry, per essere informato sui progressi del negoziato. La sensazione, come ha spiegato il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, è che ci sia ancora da lavorare per concludere la maratona in modo positivo. Il capo della diplomazia di Parigi, parlando di negoziati “complicati, lunghi e difficili”, ha lasciato Losanna ed è tornato a Parigi per partecipare al Consiglio dei ministri. Come hanno spiegato i media locali citando fonti ministeriali “tornerà quando sarà utile”. Anche il suo omologo cinese, Wang Yi, ha lasciato Losanna nelle scorse ore.