Afghanistan, l’annientamento dell’Isis è l’obiettivo per il 2017 di Resolute Support

“Eliminare completamente l’Isis in Afghanistan“. E’ questo l’obiettivo per il 2017 della missione Nato “Resolute Support” (Rs). In una conferenza stampa a Kabul il portavoce dell’operazione militare, William Slavin, ha detto fra l’altro: “Sappiamo che il 2017 sarà pieno di sfide, ma continueremo ad addestrare, consigliare ed aiutare gli afghani in modo che siano in grado di stabilizzare il loro Paese“. Ed ha poi aggiunto: “Il nostro obiettivo quest’anno è sconfiggere l’Isis in modo che i militanti di questo gruppo in altre parti del mondo non considerino più l’Afghanistan come un luogo sicuro. E diciamo loro che se decidessero ugualmente di venire qui sarebbero uccisi o arrestati”.

Slavin ha poi indicato che dal 21 marzo almeno 200 militanti del Califfato e Al Qaida sono stati uccisi in 79 raid aerei nella provincia orientale di Nangarhar. “L’Isis in particolare – ha concluso – ha perso il 50% dei suoi guerriglieri e i 2/3 del territorio che prima controllava in Afghanistan”.

Rs è scattata il 1º gennaio 2015 dopo la fine di Isaf. Il piano della missione era stato approvato nel 2014 dalla Nato e successivamente è stato inserito all’interno dallo Status of Forces Agreement (Sofa), firmato dal neoeletto Presidente della Repubblica afgano Ashraf Ghani il 30 settembre 2014 e poi ratificato dal Parlamento nazionale il 27 dicembre 2014. Il fine della missione è quello di fornire assistenza per la formazione dell’esercito e delle altre forze armate afgane, già cominciata dalla precedente missione Isaf, conclusasi nel 2014. A differenza di quest’ultima tuttavia i militari di Rs non vengono coinvolti in azioni di combattimento. Il quartiere generale è a Kabul, mentre il comandante è lo statunitense generale John F. Campbell. Il Taac-w (Train Advise and Assist Command West), collocato nella città di Herat e responsabile della Regione Ovest (provincie di Baghdis, Ghor, Herat, Farah e Nimroz), è uno dei comandi regionali in cui si articola la missione. È formato da militari provenienti da Italia, Albania, Lituania, Slovenia, Ucraina e Stati Uniti ed ha un framework incentrato su uomini e donne della Brigata meccanizzata italiana “Aosta”, di Messina.