“Il sangue dei nostri fratelli cristiani è una testimonianza che grida”

“Dicevano solamente: ‘Gesù aiutami’. Sono stati assassinati per il solo fatto di essere cristiani”. Lo ha detto Papa Francesco in riferimento alla brutale esecuzione di venti copti egiziani da parte dei jihadisti dell’autoproclamato Stato islamico. Questa mattina il Pontefice ha parlato a braccio in spagnolo della strage uscendo fuori dal discorso ufficiale rivolto ai rappresentati della Chiesa Riformata di Scozia. “Il sangue dei nostri fratelli cristiani – ha aggiunto il Santo Padre – è una testimonianza che grida. Siano cattolici, ortodossi, copti, luterani non importa: sono cristiani! E il sangue è lo stesso. Il sangue testimonia Cristo. Ricordando questi fratelli che sono morti per il solo fatto di testimoniare Cristo, chiedo di incoraggiarci l’uno con l’altro ad andare avanti con questo ecumenismo, che ci sta incoraggiando, l’ecumenismo del sangue. I martiri sono di tutti i cristiani”. I lavoratori cristiani decapitati, provenienti dal governatorato di Minya, nell’Egitto centrale, erano stati rapiti a capodanno nella città di Sirte.

Nel corso dell’udienza alla Chiesa riformata di Scozia il vescovo di Roma ha espresso l’importanza di condividere il “comune impegno al servizio del Vangelo e della causa dell’unità dei cristiani”. “Nel nostro mondo globalizzato e spesso disorientato – ha sottolineato – una comune testimonianza cristiana è un requisito necessario per l’incisività dei nostri sforzi di evangelizzazione. Siamo pellegrini e peregriniamo insieme. Dobbiamo imparare ad affidare il cuore al compagno di strada senza sospetti, senza diffidenze, e guardare anzitutto a quello che cerchiamo: la pace nel volto dell’unico Dio”. Francesco ha concluso osservando che la fede e la testimonianza cristiana “si trovano di fronte a sfide tali, che soltanto unendo i nostri sforzi potremo rendere un efficace servizio alla famiglia umana e permettere alla luce di Cristo di raggiungere ogni angolo buio del nostro cuore e del nostro mondo”.