Per difendere l’Islam Obama ricorda ai cristiani Inquisizione e crociate

Ripescare la storia dell’Inquisizione e delle crociate per spingere i cristiani a essere più moderati nelle loro valutazioni sulle presunte derive ideologiche dell’Islam non è decisamente una mossa azzeccata. Soprattutto se a farlo non è una persona qualunque ma il presidente degli Stati Uniti. L’invito a “non scagliare la prima pietra” rivolto da Barack Obama ai fedeli riuniti al National Prayer Breakfast, l’annuale evento presidenziale di gala che si svolge alla presenza di 3.500 ospiti e invitati da 100 paesi del mondo, ha agitato un vespaio nell’opinione pubblica americana. Il numero uno della Casa Bianca, rivolgendosi agli ospiti, ha detto: “Ricordate che durante le crociate e l’Inquisizione le persone hanno commesso atti terribili in nome di Cristo. Nel nostro paese, la schiavitù e le leggi razziali troppo spesso sono state giustificate nel nome della fede cristiana”. Parole che non hanno fatto piacere ai cristiani americano che sono subito insorti: “Si tratta dei commenti più offensivi di sempre da parte di un presidente. Obama ha offeso ogni cristiano credente degli Stati Uniti”, ha tuonato il governatore repubblicano della Virginia, Jim Gilmore.

Russell Moore, presidente della Southern Baptist Ethics and Religious Liberty Commission, ha definito le parole del presidente sulla Cristianità “un tentativo maldestro di tracciare incoerenti paragoni morali”. Al presidente èandato invece il plauso di Farhana Khera, direttore esecutivo del gruppo per i diritti civili degli islamici negli Usa, Muslim Advocates. In un incontro col titolare della Casa Bianca nella giornata di mercoledì, Khera aveva spronato il presidente a fare di più per rispondere alla “prima preoccupazione” dei mussulmani nel paese: “il timore che i loro figli si posano vergognare della loro religione a causa della discriminazione”.