Charlie Hebdo torna in edicola domani. In copertina Maometto

Il terrorismo non ferma la satira di Charilie Hebdo. Il settimanale tornerà in edicola domani, a una settimana esatta dall’eccidio della redazione compiuto dai fratelli Kouachi, affiliati al ramo yemenita di Al Qaida. Lo farà con il suo stile dissacrante e una copertina dedicata a Maometto. Proprio le gratuite offese al profeta dell’Islam sono state la causa della strage. Ma niente sembra in grado di scoraggiare l’irriverenza delle vignette di Charlie che usciranno, eccezionalmente, con una tiratura di tre milioni di copie, contro le 60mila ordinarie e saranno tradotti in 16 lingue.

La cover mostra Maometto in lacrime che regge un cartello con la scritta: “Je suis Charlie”. Sulla sua testa la frase: “Tout est pardonné”, “È tutto perdonato”. La bozza è stata anticipata da un tweet di Liberation, che ospita la redazione del settimanale. “In 22 anni non c’è stata una edizione di Charlie Hebdo senza caricature del Papa, Gesù, preti o rabbini, imam e Mohammed”, ha dichiarato il legale del magazine Richard Malka. “La cosa sorprendente sarebbe se non ci fossero” i disegni su Maometto in quello successivo, ha detto.

E per aiutare il settimanale satirico Charlie Hebdo nella sua impresa anche Google ha deciso di contribuire ai costi per raggiungere l’elevato numero di copie dell’edizione di domani. L’azienda di Mountain View ha infatti comunicati ai responsabili del giornale satirico che contribuirà con 250 mila euro e si è incaricata di fare da intermediaria con un fondo di editori francesi, il Presse et Pluralisme, che collaborerà con altri 250 mila euro. Inoltre il settimanale ha chiesto aiuto anche a vari collaboratori di tutta Europa e l’associazione di editori incaricata di distribuire le copie dei giornali, ha annunciato che non chiederà nessun tipo di costo per portarla nelle varie edicole.

Ma l’autorità egiziana che emette gli editti religiosi (fatwa), la “Dar el lftaa” del Cairo, non ha accolto volentieri questa nuova pubblicazione. La nuova vignetta che ritrae Maometto piangendo e con il cartello con scritto “Je suis Charlie” è considerata “una provocazione non giustificabile dei sentimenti di 1,5 miliardi di musulmani nel mondo”.