Spezziamo le catene

ramonda“Nessuna donna nasce prostituta ma c’è sempre qualcuno che la fa diventare”. Così ripeteva sempre il grande prete di strada don Oreste Benzi che dal cielo avrà applaudito per l’incontro del Pontefice con gli altri capi delle maggiori religioni del mondo nel quale è stato firmato il documento interreligioso che condanna la tratta degli schiavi.

Tra questi vogliamo ascoltare il grido delle donne crocifisse a causa dello sfruttamento della prostituzione; camminare e condividere la loro vita, diventare come dei goèl e quindi dei liberatori, gridando ai clienti e al racket che devono smetterla di costruire queste insopportabili croci. Non siamo più disposti a tacere, né ad essere conniventi con questa ingiustizia che è una delle più gravi che si possa perpetrare. Con Papa Francesco vogliamo ascoltare il grido dei poveri, di queste ragazze, molte di loro minorenni, che sale a un Dio che ci chiede: «Dove sono queste tue sorelle rese schiave sulle strade?».

«Non facciamo finta di niente – ci dice Papa Francesco nella Evangelii Gaudium – ci sono molte complicità. Nelle nostre città è impiantato questo crimine mafioso e aberrante e molti hanno le mani che grondano sangue a causa di una complicità comoda e muta».

Tra queste donne che si prostituivano, subendo maltrattamenti e violenza ignare di quello che sarebbe loro successo partendo dalle loro terre, abbiamo scoperto delle ammirevoli madri disposte a dare la vita per difendere i loro figli (molte vengono fatte prostituire mentre sono incinte perché ai clienti piace così). Abbiamo trovato in loro un senso della famiglia grande che molti hanno perso, abbiamo visto una forte dignità nel desiderio di cercare un lavoro, di mantenere dei rapporti con la terra di origine e di sapersi inserire in un nuovo contesto culturale.

Non possiamo più tacere, per non essere conniventi. Chiediamo al Governo italiano di scegliere di combattere il fenomeno adottando il cosiddetto modello nordico, che vieta le prestazioni sessuali a pagamento, ed è l’unico che finora si è dimostrato veramente efficace. In Italia oltre a milioni di clienti c’è chi vorrebbe puntare sulla regolarizzazione che non sconfigge assolutamente la criminalità, al contrario toglie alle forze dell’ordine strumenti per intervenire.

Le Nazioni Unite hanno definito la prostituzione come una pratica “incompatibile con la dignità umana”. Il Catechismo della chiesa cattolica al n. 2355 recita: “La prostituzione offende la dignità della persona, e costituisce una piaga sociale”.  Puntiamo su una vita pulita, morale, che parte da un cuore nuovo, da famiglie fedeli, da comunità responsabili dove si ha cura gli uni degli altri.  Dobbiamo camminare come popolo che sa stare al passo dei più deboli, proprio perché questa società abbia un futuro.