Cresce il sostegno a favore della moratoria contro la pena di morte

Cresce il sostegno della comunità internazionale alla moratoria contro la pena di morte. La Terza Commissione dell’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato con 114 sì la risoluzione contro le esecuzioni capitali. I no sono stati 36 e 34 gli astenuti. Nel 2012 i si erano stati 111, contro 41 no e 34 astenuti. La proposta era stata avanzata da oltre 90 Paesi promotori, consapevoli della natura “irreversibile e irreparabile” di questo tipo di pena.

Queste nazioni sono convinte che la mozione “contribuisca al rispetto della dignità umana” e hanno ritenuto necessario presentare la moratoria alle Nazioni Unite. L’obbiettivo è quello di riaffermare un principio di base dei diritti dell’uomo. Questa proposta viene messa ai voti ogni due anni: la ratifica dell’Aula è attesa per dicembre. Pur non essendo vincolanti le raccomandazioni hanno un forte peso morale.

Il testo approvato presenta delle modifiche rispetto a quello del 2012. Ci sono, in particolare, una maggiore attenzione ai disabili “mentali e intellettuali”, un paragrafo sui diritti consolari (“ricevere informazioni sull’assistenza consolare nell’ambito di un contesto di azione legale”) e un invito agli Stati membri di fornire all’Onu dati “disaggregati sulle esecuzioni” anche se ogni menzione esplicita a quali tipo di disaggregazione (sesso, età, ecc) è stato eliminato in fase di negoziato. La pena di morte è tuttora in vigore in molti Stati dell’Africa e dell’Asia. In Occidente il caso più noto è quello degli Stati Uniti.