Ardea, vietato ai bambini giocare

E’ accaduto tutto in 24 ore. Ogni mattina i bambini della scuola elementare Manzù, nel piccolo comune di Ardea ai confini della provincia romana, erano abituati a rincorrersi e divertirsi nella “loro” piazzetta; improvvisamente un giorno spunta dal nulla un cartello con il “divieto di praticare giochi di qualsiasi genere”. Un segnale ufficiale, messo dai vigili urbani su ordine dell’Amministrazione. Con tanto di stemma.

La rivolta delle mamme non si è fatta attendere: prima le proteste verbali al limite della rissa, poi i cartelli con scritto “Se i nostri bambini non possono giocare a questa età, cosa devono fare: drogarsi?”. “E’ uno schifo – si sfoga la signora Elisa F. – In questo paese non c’è un posto dove portare i figli, non c’è spazio per gli adolescenti. E adesso che fanno? Ci tolgono anche la piazzetta che sta davanti alla scuola. Poi si lamentano se i giovani d’oggi stanno ore e ore davanti ai video o peggio…” Le fa eco la signora Monica, nonna di una bambina che frequenta il posto: “Non c’è alternativa, se ci fosse stata ci saremmo anche andate, ma non esiste. E’ davvero triste”.

In atto c’è una vera e propria “guerra urbana” innescata – dicono spifferi di paese – tra una residente che avrebbe protocollato decine di esposti contro gli schiamazzi dei bambini e le mamme che invece difendono il diritto ad avere uno spazio – peraltro sicuro e recintato – dove far incontrare i propri figli.

Il Comune, in questo caso, ha fatto la scelta di schierarsidalla parte di chi pretendeva silenzio e tranquillità davanti a una scuola: “In realtà è una questione di sicurezza – spiega a InTerris.it l’assessore De Paolis parlando nei pressi al famigerato cartello; se un pallone dovesse finire in strada sarebbe pericoloso…” Ma quel divieto non c’è da altre parti, e il posto è recintato. “Altro che insicurezza – replica il consigliere Mauro Iacoangeli, che ha sollevato il caso anche in Consiglio comunale – qua c’è il fatto che si calpestano i diritti fondamentali dei bambini solo per favorire qualche adulto”. Uno schiaffo – precisa – contro il diritto di ogni piccolo ad avere un luogo di confronto e di crescita in un ambiente che dovrebbe essere amico e non ostile.

La guerra prosegue, e arriva anche nelle stanze del Comune. Fonti interne, infatti, raccontano come la decisione non sia passata per una riunione di Giunta; in sostanza, non lo sapeva nessuno, il che ha provocato qualche mal di pancia nella compagine di governo. Intendiamoci, è nelle prerogative dei vigili urbani intervenire sulla segnaletica, ma questo caso appare davvero singolare.

Fatto sta che la tensione è arrivata alle stelle, tanto da innescare atti vandalici come l’imbrattamento con vernice verde del cartello sistemato davanti all’istituto, in quella piazzetta ormai diventata un campo di battaglia. E oggi si torna a scuola…

In home page, nella sezione Interris Tv, l’intervista alle mamme sul caso del divieto di gioco