Il premier ritira la riforma dell’aborto. Il ministro si dimette

[cml_media_alt id='6834']gallardon[/cml_media_alt]Una delle più note – e discusse – promesse elettorali del primo ministro spagnolo Mariano Rajoy assicurava ai suoi elettori la riforma della legge sull’aborto. Le misure, secondo il premier, avrebbero fatto un “dietrofront” normativo per un ritorno alle regole del 1985: “Elimineremo la possibilità legale di ricorrere all’interruzione di gravidanza per delle anomalie fetali – aveva spiegato – e non solo: nella nuova bozza di legge anche la violenza fisica non costituirà un buon motivo per abortire, la giurisprudenza contemplerà infatti solo il danno psicologico, riconosciuto, così come la malformazione, da una equipe di medici”. Il disegno di legge era stato approvato in Consiglio dei ministri lo scorso dicembre, ma contestazioni alla riforma si erano viste sia dall’opposizione socialista che dalle stesse parti interne al Partito Popolare.

Ma l’ultima decisione dell’esecutivo ha stravolto piani e promesse, perché è stato annunciato questa mattina che “la riforma non si farà”.
“Non possiamo approvare una legge che sarà cambiata non appena arriva un nuovo governo”, ha dichiarato Rajoy alla stampa iberica. La motivazione del ritiro, dunque, sembra essere la mancanza di sufficiente consenso per farla passare. “Ci limiteremo a reintrodurre l’obbligo di consenso da parte dei genitori per le ragazze di età inferiore ai 16 anni”. Il dietrofront, all’interno dell’esecutivo, ha comportato non pochi disordini: il ministro della Giustizia Alberto Ruiz Gallardon, autore della riforma, ha infatti dichiarato le sue dimissioni: “Non solo lascerò il ministero della Giustizia – ha sottolineato – ma anche la mia carriera politica: non sono stato capace a portare il testo di legge in Parlamento”.